Decreto ingiuntivo – Come convincere il giudice che il debitore è stato vittima di una truffa ed ha ottenuto prestiti che non avrebbe mai potuto rimborsare stante la sua situazione economico patrimoniale?





Decreto ingiuntivo, opposizione a decreto ingiuntivo





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Mio padre ha ricevuto un Decreto Ingiuntivo da banca IFIS per una somma di poco superiore a 6 mila euro: la somma è relativa a un prestito finalizzato con Fiditalia, in particolare il bene era un quadro, che è attualmente in nostro possesso. Per farla breve qualche hanno fa mio padre è stato “intortato” da alcune società che vendevano quadri e che lo hanno spinto a sottoscrivere una serie di prestiti che ad oggi ci perseguitano.

Detto che al momento non abbiamo soldi per rivolgerci ad un avvocato (l’ingiunzione arriva da tribunale ordinario), cosa può succedere?

In particolare la situazione economica di mio padre vede nessun bene immobile e pochi beni mobili, non ha nemmeno l’autovettura, una cessione del 5° della pensione ed una ristrutturazione del debito per un finanziamento Compass con cambiali a scadenza 2025.
Cosa può ottenere IFIS?

So che può chiedere la cessione di un secondo quinto ma la domanda è: in caso di avvio di pignoramento come possiamo sottoporre al giudice le condizioni economiche se non facciamo opposizione al decreto ingiuntivo?

Inoltre, è realistico sperare che il giudice possa accettare, a parziale saldo del debito, la restituzione del quadro al suo valore di acquisto (essendo attualmente in perfette condizioni)?

Tenendo conto anche del fatto che il prestito rilasciato per tale quadro andava ben oltre le disponibilità economiche in quel momento di mio padre, a causa altri diversi finanziamenti (tra cui una cessione del 5° con la stessa Fiditalia e diversi prestiti tra cui un ulteriore prestito con la stesa Fiditalia).

Il mancato controllo da parte della società erogante sulla situazione di prestiti e il rilascio di tale prestito, possono far accettare al giudice l’ipotesi che il quadro restava a garanzia?

Inoltre ci son due aspetti che sono poco chiari in questa vicenda, a differenza di quanto sostenuto nel decreto ingiuntivo, noi non abbiamo mai ricevuto né la comunicazione di cessione del debito, né la conseguente messa in mora ma, senza avvocato, come possiamo verificare i documenti che dicono di aver allegato alla domanda d’ingiunzione? Per verificare ad esempio se le raccomandate non siano state inviate ad altro indirizzo visto che noi non le abbiamo.

Se in fase di pignoramento venisse fuori che tali comunicazioni non erano state correttamente inviate avremmo ulteriori appigli? Quale strada ci consigliate di perseguire allo stato attuale?

Suo padre, da pensionato, non può chiedere un prestito delega (cosiddetto doppio quinto) e potrà subire da IFIS il pignoramento del 20% della pensione eccedente il minimo vitale.

Anche facendo opposizione a decreto ingiuntivo, non è possibile discutere delle condizioni economiche attuali del debitore: con opposizione a decreto ingiuntivo si può solo contestare l’esigibilità del debito ingiunto o la la sua entità, oppure eccepirne l’intervenuta prescrizione (pretendendo l’esibizione delle ricevute attestanti l’avvenuta notifica delle comunicazioni interruttive dei termini).

Non è realistico sperare che il giudice possa accettare, a parziale saldo del debito, la restituzione del quadro al suo valore di acquisto: se si tratta di una crosta, il quadro potrà essere pignorato dal creditore al valore di una crosta.

Si potrà mettere in discussione l’omesso controllo da parte del creditore circa la insostenibilità del prestito concesso, solo qualora si accertasse che suo padre, al momento della richiesta, non si trovava in condizioni di intendere e di volere.

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31 Agosto 2019 · Lilla De Angelis

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