Bonus partite IVA 800 euro (4.800 euro in sei mesi) – A chi spetta?


Il bonus partite iva è una sorta di cassa integrazione per professionisti e le piccole partite Iva che perdono il lavoro e vedono crollare proprio reddito.





Sono titolare di partita IVA e a causa di alcuni problemi non posso più lavorare ed esercitare la professione: vorrei saperne di più sull’agevolazione denominata bonus partite iva 800 euro.

A chi spetta e come funziona?

Il bonus partite iva è una sorta di cassa integrazione per i professionisti e le piccole partite Iva che perdono il lavoro e vedono quindi crollare il proprio reddito ed inoltre la platea sarà allargata: potranno infatti accedere al sostegno tutti quei professionisti e quelle partite Iva che hanno dichiarato un reddito fino a 12 mila euro.

L’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, abbreviata in Iscro, con la manovra diventerà una misura strutturale.

Misura già sperimentata negli anni passati, prima con la pandemia poi con la crisi della guerra in Ucraina, è una sorta di cassa integrazione per i professionisti e le piccole partite Iva che perdono il lavoro e vedono quindi crollare il proprio reddito.

Le persone che usufruiranno della misura potranno contare su un assegno che va da 250 a 800 euro e che sarà erogato dall’Inps per sei mesi.

La prima novità rispetto al passato è che la platea sarà allargata.

Potranno infatti accedere al sostegno tutti quei professionisti e quelle partite Iva che hanno dichiarato un reddito fino a 12 mila euro.

Nella prima sperimentazione di questa norma, invece, il reddito era stato fissato a 8.145 euro
Manovra, tante le novità in tema di pensioni.

L’altra novità è che per poter accedere all’aiuto, sarà necessario dimostrare di aver subito una “perdita” del proprio reddito di almeno il 70% rispetto ai due anni precedenti.

Di fatto un vero e proprio crollo del fatturato.

L’indennità sarà pari al 25 per cento dei redditi, su base semestrale, dichiarati dal professionista o dalla Partita Iva nei due anni precedenti all’anno prima di quello in cui è stata effettuata la domanda.

Il risultato di questo conteggio avrà un doppio limite, uno inferiore e uno superiore.

L’assegno che sarà versato dall’Inps non potrà infatti superare gli 800 euro al mese per sei mesi, ma non potrà nemmeno essere inferiore a 250 euro.

Per ottenere l’aiuto basterà fare domanda all’Inps, avendo però determinati requisiti. Per poter presentare la domanda, la partita Iva dovrà essere stata attivata da almeno tre anni.

Inoltre, chi richiede l’Iscro non dovrà essere titolare di una pensione e non dovrà nemmeno percepire l’assegno di inclusione.

Il richiedente dovrà poi dimostrare di essere in regola con la contribuzione obbligatoria.

Se nel corso dell’erogazione dell’indennità la partita Iva dovesse essere chiusa, allora il pagamento verrebbe immediatamente interrotto e le eventuali mensilità pagate successivamente alla chiusura verrebbero recuperate.

Secondo quanto prevede la norma, l’Inps dovrà corrispondere l’Iscro a partire dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda.

La relazione tecnica che accompagna la manovra calcola che nel primo anno di applicazione di questa misura, dovrebbero richiedere il beneficio circa 4.500 persone.

Ma come verrà finanziato l’Iscro?

A partire dal primo gennaio del 2024, sarà applicato un contributo dello 0,35 per cento sui redditi da lavoro autonomo.

L’Iscro non è l’unica noma a favore delle partite Iva. Il 3 novembre il governo ha approvato, nell’ambito della riforma fiscale, il concordato preventivo biennale.

La misura consentirà ai contribuenti di accordarsi in anticipo per due anni sui propri redditi con il fisco.

L’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione delle partite Iva la proposta di adesione entro aprile 2024, ma a regime la scadenza è il 15 marzo. I contribuenti potranno aderire entro luglio 2024 e negli anni successivi entro giugno.

L’accordo è rivolto ai contribuenti con la partita Iva, esercenti attività d’impresa, arti o professioni, sia quelli che versano le imposte forfat, sia quelli che applicano gli indici sintetici di affidabilità.

8 Novembre 2023 · Andrea Ricciardi


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