Viaggio spesso per lavoro e ho notato che molte volte il prezzo della benzina in autostrada arriva a superare di gran lunga quello nei distributori di carburante dei centri urbani.
Sono così costretto a spendere molto di più a fine mese.
Vorrei sapere se vi risulta e soprattutto se questa pratica è lecita.
Nel nostro Paese, soprattutto in alcune zone, sembra essere netta la disparità tra i prezzi applicati dai distributori di carburante nei centri urbani e nelle autostrade: in queste ultime, a volte, la differenza può essere maggiore di addirittura di 50 centesimi.
Negli ultimi tempi, ad esempio, sono finite nel mirino le aree di servizio e i distributori di benzina e diesel sulla autostrada A22 del Brennero.
Infatti, la Procura di Torino ha aperto un fascicolo d’indagine per la presunta applicazione di prezzi alti per le consumazioni e royalty non pagate alla concessionaria.
Lo sfondamento del tetto di due euro a litro di carburante è in effetti una soglia di prezzo mediamente elevata rispetto ai costi nelle stazioni di rifornimento del resto d’Italia.
Non si tratta del solo tratto autostradale in cui benzina e diesel raggiungono picchi così elevati, ricordando come il prezzo del carburante sulle autostrade è sempre più alto rispetto alle strade urbane ed extraurbane, ma per i magistrati c’è evidentemente qualcosa che non va.
Per conoscere le differenze di prezzo di benzina e diesel tra una regione e l’altra o, meglio, tra un’autostrada e l’altra, è sufficiente consultare il portale Osservaprezzi del Ministero dello Sviluppo Economico.
Qui viene fuori che l’A22 del Brennero è una delle più care, ma non la sola eccezione.
Sull’autostrada Milano-Serravalle, nel distributore di Dorno Ovest, la verde costa 2,039 euro al litro e a Castelnuovo Scrivia Est 2,029 euro, e anche in modalità self service.
Quel che è certo è l’enorme disparità di prezzi in Italia con differenze che possono essere maggiori di 50 centesimi al litro.
Il problema è anche un altro e va ben al di là delle differenze di prezzo tra fornitori diversi, comunque legittimo nell’ambito di un sistema di concorrenza.
E anche dei costi per il rifornimento altalenati tra una regione e l’altra e tra strade e autostrada.
Ed è la continua scoperta di truffe da parte delle forze dell’ordine.
Sono registrate in tutta Italia e a colpire è la varietà delle truffe. Ci sono quelle mirate a frodare il fisco sul versante delle imposte a quelle che colpiscono il consumatore finale.
La truffa più classica è la discrepanza tra i prezzi indicati nei cartelloni all’ingresso delle stazioni di rifornimento (più bassi) e quelli reali delle pompe (più alti): solo i più attenti riescono a notarla.
Ma c’è anche il pericoloso allungamento della benzina con acqua o olio. A rimetterci non è solo il portafogli ma anche la salute dell’auto.
E sapere che, dati della Guardia di finanza alla mano, un distributore di benzina e diesel su cinque è tarocco, fa riflette e invita a mettersi in guardia.
Dei 1.379 distributori stradali di carburante finiti esaminati in tutta Italia, le Fiamme Gialle hanno individuato individuato 330 irregolarità.
E oltre la metà di queste (176) con truffe sui prezzi.
10 Aprile 2019 · Giovanni Napoletano
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