Molto spesso mi capita percorrere meno kilometri di quanto carburante abbia immesso alla pompa di benzina: inoltre, più di una volta ho dovuto portare l’auto in assistenza per problemi causati dal carburante sporco.
Insomma, sembra che i distributori di carburante ne inventino una più del diavolo per truffarci.
Come accorgersi dei raggiri?
E soprattutto, come difendersi?
Qualche tempo addietro fece scalpore l’individuazione di due impianti di rifornimento che con un trucchetto elettronico erogavano, con la benzina, anche un po’ di aria: nel primo impianto, la Guardia di Finanza ha scoperto su una colonnina di distribuzione, ben nascosto, un apparato radio che veniva attivato tramite un telecomando e che bloccava l’erogazione del carburante, ma non il totalizzatore del prezzo che, al contrario, scorreva a gran velocità.
Ma come è possibile accorgersi che qualcosa non va?
Semplice: controllando i consumi.
Quando si usa l’auto sempre sullo stesso percorso, tipo casa-ufficio-casa, e si fa rifornimento a cadenza fissa, per esempio quando l’indicatore del serbatoio arriva sulla metà, ci si accorge subito se ci sono delle anomalie.
Se fai sempre venti euro al lunedì e arrivi (beato te) al venerdì, quella volta che a metà settimana sei già in riserva deve metterti in allarme…
Ora, non è la prima «truffa-benzina» e non sarà l’ultima.
Ma è bene chiarire subito un punto: la categoria dei gestori delle aree di rifornimento è costituita da persone oneste che svolgono un lavoro importante e faticoso, e che spesso sono d’aiuto agli automobilisti in panne.
Ma come in tutte le categorie, anche qui si possono annidare delle mele marce.
Sono stati scoperti operatori che allungavano la benzina o il gasolio con olio motore di scarto (quello dei cambi olio), olio vegetale di recupero dalle friggitrici, gas di scarto nel GPL.
Quindi fiducia, ma attenzione.
Anche perché non sono soltanto le truffe a mettere nei guai gli automobilisti: anche questi possono commettere degli errori, dovuti a distrazione o a ignoranza.
Ecco alcuni consigli per sventare tentativi di truffa e per fare tutto come si deve.
Innanzitutto, sul display della pompa ci sono gli indicatori del prezzo per litro, dei litri erogati e del corrispettivo da pagare.
Ma c’è anche il totalizzatore dei litri erogati.
Con un po’ di attenzione si può vedere se al salire dei litri erogati corrisponde in proporzione la crescita nel totalizzatore: sei due valori non corrispondono, potrebbero esserci guasti al sistema o altri problemi.
Inoltre, sulla pompa erogatrice dovrebbe esserci un bollino verde con la data dell’ultima verifica degli ispettori che controllano il sistema metrico (il contalitri della pompa).
Inoltre, se l’operatore è una persona di fiducia con la quale nel tempo si è consolidato un rapporto quasi amichevole, non c’è problema: si può interloquire dall’auto e magari distrarsi, mentre avviene il rifornimento. L’ideale, comunque, è scendere dell’auto anche si si sceglie la modalità «servito».
In questo modo è possibile verificare che il display sia azzerato all’inizio dell’operazione. Sulle vecchie pompe, infatti, si potrebbe partire dal rifornimento precedente e magari mettervi in conto 5-10 euro fatti in precedenza.
Poi, quando si paga con gli strumenti elettronici bisogna stare attenti a due cose.
La carta di credito non va mai abbandonata nelle mani del gestore: conviene scendere dalla vettura e andare a pagare in cassa.
La clonazione, purtroppo, avviene rapidamente, ma se non si perde di vista la carta è impossibile.
Di notte, invece, quando si usa il bancomat al self-service fate attenzione a coprire la mano che digita il Pin anche se nei dintorni c’è il vuoto.
I delinquenti (è successo) potrebbero aver installato, all’insaputa del gestore, una microtelecamera per registrare la sequenza numerica.
Proseguendo, quello dell’olio è un trucco in voga fin dagli anni 60/70, quando le auto consumavano parecchio lubrificante, ma ancora oggi viene usato.
Funziona così: il benzinaio estrae l’asta, la pulisce e la infila di nuovo nel motore, ma senza farla affondare completamente.
Quindi è meglio controllare da soli il livello dell’olio e poi rivolgersi al benzinaio, quando si è sicuri di essere al minimo.
Se ciò non è possibile, controllare attentamente l’operatore. Verificare anche che, alla necessità, venga aperto un flacone di olio motore sigillato.
Infine, gli addetti alle pompe possono invitare all’acquisto di un additivo da aggiungere al pieno.
Ce ne sono di tanti tipi.
Attenzione però che vi mettano veramente l’additivo nuovo e non un flacone già aperto, magari riempito di benzina o peggio ancora acqua.
Ancora una dimostrazione di quanto sia conveniente scendere dall’auto e tenere sotto controllo l’operatore.
23 Luglio 2019 · Giovanni Napoletano
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