Confronto fra definizione agevolata dei carichi esattoriali (rottamazione quater), rateizzazione lunga e pignoramento dello stipendio da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione





Con la rottamazione il debito si rimborsa con 18 rate in 5 anni: con la trattenuta per pignoramento la rata potrebbe essere di 1/10 della busta paga netta





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Dopo un’attività non andata a buon fine, mi ritrovo una cartella esattoriale dell’Agenzia per L’attrazione degli Investimenti (Invitalia) di circa 50mila euro da pagare. Con la rottamazione pagherei 30mila euro, ma il mio stipendio attuale da lavoro dipendente mi consente o di mettere il piatto in tavola ai miei figli oppure di pagare le 18 rate (dato che restano sempre 18 con qualsiasi cifra…). La mia volontà sarebbe quella di pagare, e mi sto scervellando per capire se esiste un’alternativa alla rottamazione che mi consenta rate compatibili per un padre di famiglia stipendiato. Mi potreste suggerire in merito?

Potrebbe attendere il pignoramento dello stipendio da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER, ex Equitalia): da un lato il carico esattoriale sarà gravato anche dalle sanzioni, dagli interessi di mora e dagli interessi iscritti a ruolo e quindi non si gioverà delle condizioni previste dalla definizione agevolata quater, dall’altro, le rate mensili saranno sicuramente più sostenibili nel tempo considerando che l’articolo 72 ter del DPR (Decreto Presidente della Repubblica) 602/1973, stabilisce che le somme dovute a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, possono essere pignorate dall’agente della riscossione in misura pari ad un decimo per importi fino a 2 mila e 500 euro e in misura pari ad un settimo per importi superiori a 2 mila e 500 euro e non superiori a cinquemila euro.

Da tener presente, tuttavia, che con la definizione agevolata le rate sono 18 ma spalmate in cinque anni: quindi la rata mensile con la definizione agevolata da confrontare con quella mensile riconducibile al pignoramento dello stipendio sarebbe pari, nella fattispecie a 30 mila/60 = 500 euro.

Con il pignoramento dello stipendio sicuramente la cifra complessiva da rimborsare allo Stato è ben maggiore rispetto a quella restituibile con la rottamazione quater, ma la rata mensile con la trattenuta da azione esecutiva sullo stipendio dovrebbe essere più sostenibile e più adeguata alle esigenze prospettate, specie se la busta paga è inferiore o pari a 2.500 euro.

Altra ipotesi da prendere in considerazione è la richiesta di rateizzazione a 120 mesi (10 anni) del carico debitorio esattoriale. In questo modo si potrà preventivare l’importo mensile derivante dalla rateizzazione lunga e fare una esauriente comparazione della sostenibilità di ciascuna soluzione di rimborso: rottamazione quater, rateizzazione lunga e pignoramento dello stipendio.

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16 Aprile 2023 · Giorgio Martini

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