sentenze della Corte Costituzionale


Nullità relativa e simulazione del contratto di locazione ad uso abitativo

24 Settembre 2015 - Roberto Petrella


Nullità relativa del contratto di locazione ad uso abitativo La norma di riferimento per i contratti di locazione è l'articolo 13 della legge 431/1998 che sancisce essere nulla ogni pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato. Nei casi di nullità per pattuizione finalizzata a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato il conduttore, con azione proponibile nel termine di sei mesi dalla riconsegna dell'immobile locato, può chiedere la restituzione delle somme corrisposte in misura superiore al canone risultante dal contratto scritto e registrato. E' poi intervenuta, a partire dal gennaio 2005, la legge 311/2004 (legge finanziaria 2005) secondo cui i contratti di locazione, o che comunque costituiscono diritti relativi di godimento, di unità immobiliari ovvero di loro porzioni, comunque stipulati, sono nulli se, ricorrendone i presupposti (e per i [ ... leggi tutto » ]


Il convivente more uxorio affidatario dei figli avuti con il proprietario ha diritto ad opporsi alla vendita della casa familiare ed ottenere la revocatoria dell’atto

15 Settembre 2015 - Ornella De Bellis


In tema di famiglia di fatto e nella ipotesi di cessazione della convivenza more uxorio, l'attribuzione giudiziale del diritto di continuare ad abitare nella casa familiare al convivente, cui sono affidati i figli minorenni o che conviva con figli maggiorenni non ancora economicamente autosufficienti (per motivi indipendenti dalla loro volontà), è da ritenersi possibile in base al principio di responsabilità genitoriale sancito dalla Corte Costituzionale per effetto della sentenza n. 166/1998, nonché degli articoli 261 (che parifica doveri e diritti del genitore nei confronti dei figli legittimi e di quelli naturali riconosciuti), 147 e 148 (comprendenti il dovere di apprestare un'idonea abitazione per la prole, secondo le proprie sostanze e capacità ) del codice civile, in correlazione all'art. 30 della Costituzione (è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio). Il convivente di fatto con il proprietario dell'immobile, nonché affidatario dei figli [ ... leggi tutto » ]


Cessazione della convivenza more uxorio – il genitore affidatario dei figli ha diritto ad abitare la casa familiare

15 Settembre 2015 - Ornella De Bellis


La convivenza more uxorio, quale formazione sociale che dà vita ad un autentico consorzio familiare, determina, sulla casa di abitazione ove si svolge e si attua il programma di vita in comune, un potere di fatto basato su di un interesse proprio del convivente ben diverso da quello derivante da ragioni di mera ospitalità, tale da assumere i connotati tipici di una detenzione qualificata. Ne consegue che l'estromissione violenta o clandestina dall'unità abitativa, compiuta dal convivente proprietario in danno del convivente non proprietario, legittima quest'ultimo alla tutela possessoria, consentendogli di esperire l'azione di spoglio. In tema di famiglia di fatto e nella ipotesi di cessazione della convivenza more uxorio, l'attribuzione giudiziale del diritto di continuare ad abitare nella casa familiare al convivente, cui sono affidati i figli minorenni o che conviva con figli maggiorenni non ancora economicamente autosufficienti (per motivi indipendenti dalla loro volontà), è da ritenersi possibile in base [ ... leggi tutto » ]


Equitalia e pignoramento presso terzi – limiti di pignorabilità

7 Settembre 2015 - Antonella Pedone


L'Agente della riscossione (oggi Equitalia) può effettuare il pignoramento di stipendi, pensioni e altre indennità relative al rapporto di lavoro, entro i seguenti limiti: 1/10 per importi fino a 2.500,00 euro; 1/7 per importi da 2.500,00 a 5.000,00 euro; 1/5 per importi superiori a 5.000 euro. Questi limiti sono stabiliti dall'articolo 72 ter del D.P.R. 602/73, introdotto dal Decreto Legge n. 16/2012 (cosiddetto "decreto Semplificazioni"), convertito in Legge n. 44/2012. L'articolo 72 ter recita: Le somme dovute a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, possono essere pignorate dall'agente della riscossione: in misura pari ad 1/10 per importi fino a 2.500,00 euro; in misura pari ad 1/7 per importi da 2.500,00 a 5.000,00 euro. Resta ferma la misura di cui all'articolo 545, comma 4, c.p.c., se le somme dovute a titolo di stipendio, [ ... leggi tutto » ]


Revoca assegnazione casa familiare e assegno di mantenimento per figli maggiorenni e privi di reddito

31 Agosto 2015 - Carla Benvenuto


La normativa vigente prevede la revoca dell'assegnazione, quando il coniuge cessi di abitare stabilmente nella casa familiare, conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio. La Corte Costituzionale ha interpretato la norma, nel senso che comunque debba essere salvaguardato l'interesse dei figli minori o maggiorenni, ma non economicamente autosufficienti. Nel caso di trasferimento del coniuge assegnatario viene necessariamente meno dell'assegnazione della casa familiare. I figli, anche se maggiorenni, ma privi di reddito, sono legittimati a richiedere ai genitori il mantenimento, che dovrebbe permettere loro di procurarsi un nuovo alloggio, posto che, tra l'altro, il genitore obbligato, tornando nella disponibilità dell'immobile, vedrà accresciuta la propria disponibilità economica. Questo l'orientamento giuridico emerso dalla lettura 14727/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]