difendersi dai creditori con il gratuito patrocinio - assistenza legale


Gratuito patrocinio – ammissione e revoca nel caso di variazioni reddituali rispetto all’ultima dichiarazione fiscale

7 Dicembre 2014 - Loredana Pavolini


Come sappiamo, l'ammissione al gratuito patrocinio a spese dello Stato è condizionata dal possesso di specifici requisiti reddituali posseduti dal richiedente, in base all'ultima dichiarazione fiscale dallo stesso presentata. Ma, cosa accade se, dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi, interviene una diminuzione del reddito una volta che il gratuito patrocinio è stato negato? Oppure, per converso, cosa a cade se il richiedente a cui è stato concesso il beneficio percepisce redditi maggiori rispetto a quelli indicati nell'ultima dichiarazione? La competenza a disporre la revoca dell'ammissione al beneficio del gratuito patrocinio a spese dello Stato spetta al magistrato innanzi al quale pende il procedimento nel momento in cui scadono i termini previsti dalla legge per le comunicazioni relative alle eventuali variazioni reddituali rispetto all'ultima dichiarazione dei redditi presentata dall'interessato. E' in riferimento a tale scadenza che devono ritenersi eventualmente venuti meno (concorrendone i presupposti) i requisiti sostanziali per fruire del [ ... leggi tutto » ]


Contenzioso giudiziale fra avvocato e cliente – gli interessi per ritardato pagamento decorrono dalla data di liquidazione della parcella operata dal giudice

4 Dicembre 2014 - Annapaola Ferri


In ordine agli interessi per ritardato pagamento di una parcella, occorre rifarsi essenzialmente alla normativa del codice civile. Perché sia configurabile un colpevole ritardo nel pagamento del debito occorre che sussista una sufficiente certezza del suo importo: con la conseguenza che, qualora la determinazione del credito venga affidata al giudice, solo dalla liquidazione operata da questi può aversi un valido atto di costituzione in mora. In particolare, poi, quando insorge controversia tra l'avvocato ed il cliente circa il compenso per prestazioni professionali, il debitore non può essere ritenuto in mora prima della liquidazione del debito, che avviene con l'ordinanza che conclude il procedimento. Dunque è a quella data. e nei limiti di quanto liquidato dal giudice, che va rapportata la decorrenza degli interessi. Così ha stabilito la Corte di cassazione nell'ordinanza 22678/14. [ ... leggi tutto » ]


Spese legali di precetto a carico del debitore – il giudice deve verificarne la congruità

4 Dicembre 2014 - Ludmilla Karadzic


Il giudice dell'esecuzione ha il potere/dovere di verificare l'idoneità del titolo e la correttezza della quantificazione del credito operata dal creditore nel precetto. Il fatto che il debitore abbia il potere di contestare l'ammontare del credito azionato nei suoi confronti, non significa che, ove non lo faccia, il giudice dell'esecuzione debba limitarsi ad assumere il credito esposto dalla parte istante nel precetto, o nella istanza di assegnazione, senza poter verificare la corrispondenza della sua liquidazione al titolo esecutivo e la correttezza della quantificazione delle spese di precetto. Il giudice di merito, in presenza di una nota specifica relativa alle competenze professionali, è legittimato a eliminare o ridurre le voci a suo giudizio non dovute o dovute in misura inferiore, purché motivi adeguatamente la decisione adottata. Questa la pronuncia dei giudici di legittimità nell'ordinanza 24367/14 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]


All’avvocato non basta l’invio di una nota spese al cliente per interrompere il decorso della prescrizione presuntiva

28 Novembre 2014 - Marzia Ciunfrini


Com'è noto, se sono trascorsi tre anni dalla data in cui il professionista può dimostrare di aver erogato al cliente una certa prestazione, interviene la prescrizione presuntiva, il debito può considerarsi saldato ed il diritto del creditore estinto. Salvo che il professionista non produca scritti del cliente (ad esempio una e-mail in cui il cliente riconosce il debito e si dice disposto ad onorarlo nel tempo) che dimostrano la volontà di non avvalersi della prescrizione presuntiva maturata relativamente ai compensi pretesi dal professionista. Fatta questa premessa, ci chiediamo se, prima della scadenza del termine triennale, il professionista possa interrompere la prescrizione presuntiva attraverso l'invio al cliente di una nota spese. I giudici della Corte di cassazione, con la sentenza 25153/14, hanno precisato che, affinché un atto abbia efficacia interruttiva della prescrizione esso deve presentare un elemento soggettivo, costituito dalla chiara indicazione del soggetto obbligato, ed un elemento oggettivo, consistente nella [ ... leggi tutto » ]


Patto di quota lite – l’avvocato non può pretendere un compenso percentualmente rapportato al danno risarcito al cliente

26 Novembre 2014 - Marzia Ciunfrini


Cosa è il patto di quota lite Il patto di quota lite è l'accordo che può intervenire fra avvocato e cliente in virtù del quale il primo percepisce, quale compenso per l'attività espletata, una quota del bene oggetto della lite, a risultato ottenuto. Secondo il Consiglio nazionale Forense è illecito l'accordo volto a spartirsi il ricavato al termine dell'incarico, quando l'ammontare di ciò che percepirà il cliente è ben chiaro e determinato. Diversamente, è considerata valida la pattuizione con cui si stabilisce, in percentuale, il compenso dell'avvocato a monte dell'incarico, quando ancora né si conosce l'esito del giudizio, né tanto meno quanto il cliente percepirà in concreto. Ad esempio, è considerato illecito l'accordo in cui il cliente promette al proprio legale il 20% di quanto il giudice gli riconoscerà in sentenza, nei confronti della controparte, mentre è valido il patto con cui il cliente promette all'avvocato il 20% di quanto [ ... leggi tutto » ]