sentenze e ordinanze della Corte di cassazione a sezioni unite


Ansia da mendicanti e lavavetri – il comune è tenuto a pagare i danni?

3 Luglio 2015 - Patrizio Oliva


I pedoni che domandano (con insistenza) soldi sulla strada comunale possono essere equiparati al tronco caduto sull'asfalto e perciò fuori posto rispetto al di­ritto di circolare dell'automobilista, in modo che il Comune sa­rebbe tenuto alla materiale attività di sgombero della carreggiata da tali pericoli/insidie per garantire la sicurezza e la fluidità del traffico? Questo il curioso interrogativo posto alla Corte di cassazione (sentenza 13568/15) da un automobilista che aveva chiesto al Giudice di pace un risarcimento danni di 2500 euro al Comune di residenza per il disagio e l'ansia che gli sarebbero derivati dalla pratica di pedoni ben vestiti e ben pasciuti, anche deam­bulanti con stampella/e, muniti di cartello, marsupio e berretto che, all'altezza di un impianto semaforico da oltre un anno erano soliti chiedere de­naro agli automobilisti. Il giudice di pace aveva dichiarato la propria incompetenza in favore del giudice amministrativo. ma l'automobilista aveva proposto ricorso prima al Tribunale [ ... leggi tutto » ]


Risarcimento del danno non patrimoniale – ne ha diritto anche la fidanzata non convivente della vittima

1 Luglio 2015 - Marzia Ciunfrini


Gli stretti congiunti di una persona deceduta, in conseguenza illecito perpetrato da terzi, hanno diritto al risarcimento del danno morale direttamente sofferto, inteso come intima sofferenza. Il riferimento ai "prossimi congiunti" della vittima primaria, quali soggetti danneggiati, deve essere inteso a prescindere dall'esistenza di rapporti di parentela, affinità o coniugio giuridicamente rilevanti come tali. La Corte di cassazione (sezione penale, sentenza 46351/14), ha riconosciuto, infatti, la risarcibilità in astratto dei danni patiti dalla fidanzata non convivente della vittima primaria, riconducendola non tanto alla sussistenza di rapporti di parentela, di affinità o coniugio, quanto piuttosto alla sussistenza di un rapporto, tra due soggetti, che risulti caratterizzato da duratura e significativa comunanza di vita e di affetti; con la conseguenza che, in tale prospettiva non è necessariamente richiesta la ravvisabilità di un rapporto di coniugio tra due soggetti legati sul piano affettivo. Pertanto, per "convivenza", in tema di risarcibilità del danno ai [ ... leggi tutto » ]


Danno non patrimoniale – il principio della non duplicazione del risarcimento

1 Luglio 2015 - Giorgio Martini


Il danno non patrimoniale deve essere inteso nella sua accezione più ampia di danno determinato dalla lesione di interessi inerenti alla persona non connotati da rilevanza economica. La tutela è estesa ai casi di danno non patrimoniale prodotto dalla lesione di diritti inviolabili della persona riconosciuti dalla Costituzione: in quest'ottica, va ricondotto anche il danno da lesione del diritto inviolabile alla salute, c.d. danno biologico. Nell'ambito della categoria generale del danno non patrimoniale, il danno morale ed il danno esistenziale non individuano autonome sottocategorie di danno, ma descrivono un tipo di pregiudizio costituito dalla sofferenza soggettiva. Il risarcimento del danno alla persona deve essere integrale, nel senso che il pregiudizio deve essere interamente ristorato, ma si devono evitare duplicazioni: determina duplicazione di risarcimento la congiunta attribuzione del danno biologico e del danno morale o del danno esistenziale, nonché la congiunta attribuzione del danno morale e di quello esistenziale. Il giudice [ ... leggi tutto » ]


Prescrizione presuntiva – si applica anche alle società di professionisti

27 Giugno 2015 - Piero Ciottoli


La ratio della prescrizione presuntiva viene individuata nella particolare natura dei rapporti rispetto ai quali l'adempimento suole avvenire senza dilazione, o comunque in tempi brevi, e senza il rilascio di quietanza scritta. Il legislatore, pertanto, sopperisce con la presunzione alla difficoltà del debitore di fornire la prova certa del proprio adempimento. In particolare si prescrive in tre anni il diritto dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese. La prescrizione presuntiva, dunque, è collegata dalla legge al contratto che ha per oggetto una prestazione d'opera intellettuale, come è reso evidente non solo dalla individuazione di una delle parti nel professionista, ma anche dalla individuazione dell'oggetto del contratto nella prestazione d'opera e dal riferimento al compenso ed al rimborso spese, che di tale contratto rappresentano elementi caratteristici. Ne consegue che il problema della applicabilità della prescrizione presuntiva al credito di una società di persone per prestazioni [ ... leggi tutto » ]


Il concordato preventivo non può essere chiesto al solo scopo di differire la dichiarazione di fallimento

19 Maggio 2015 - Giorgio Martini


In pendenza di un procedimento di concordato preventivo, sia esso ordinario o con riserva, il fallimento dell'imprenditore, su istanza di un creditore o su richiesta del pubblico ministero, può essere dichiarato soltanto quando la domanda di concordato sia stata giudicata inammissibile, quando sia stata revocata l'ammissione alla procedura, quando la proposta di concordato non sia stata approvata e quando, all'esito del giudizio di omologazione, sia stato respinto il concordato. Pertanto, la pendenza di una domanda di concordato preventivo, sia esso ordinario o con riserva, non rende improcedibile il procedimento prefallimentare iniziato su istanza del creditore o su richiesta del pubblico ministero, né ne consente la sospensione, ma impedisce temporaneamente soltanto la dichiarazione di fallimento fino a quando la domanda di concordato sia stata giudicata inammissibile, sia stata revocata l'ammissione alla procedura, la proposta di concordato non sia stata approvata e, all'esito del giudizio di omologazione, sia stato respinto il concordato. [ ... leggi tutto » ]