sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di lavoro e pensione


Sequestro, pignoramento e cessione di stipendi e pensioni – la legge 180/1950

13 Ottobre 2016 - Marzia Ciunfrini


In tema di espropriazione forzata presso il datore di lavoro, le modifiche apportate dalle leggi 311/2004 ed 80/2005 al dpr 180/1950 (approvazione del testo unico delle leggi concernenti il sequestro, il pignoramento e la cessione degli stipendi, salari e pensioni dei dipendenti dalle pubbliche amministrazioni) hanno comportato la totale estensione al settore del lavoro privato delle disposizioni originariamente dettate per il lavoro pubblico (Cassazione, sentenza 685/2012). L'articolo 1 del dpr 180/1950 stabilisce sostanzialmente che non possono essere sequestrati, pignorati o ceduti (salvo eccezioni che saranno referenziate nel seguito) gli stipendi e le pensioni corrisposte ad impiegati e pensionati. L'articolo 2 della legge 180/1950 prescrive che gli stipendi e le pensioni sono soggetti a sequestro ed a pignoramento nei seguenti limiti: fino alla concorrenza di un terzo (33%) valutato al netto di ritenute, per causa di alimenti dovuti per legge; fino alla concorrenza di un quinto valutato al netto di ritenute, [ ... leggi tutto » ]


E’ legittimo il licenziamento conseguente ad una diversa ripartizione delle mansioni fra il personale

12 Ottobre 2016 - Tullio Solinas


Può costituire giustificato motivo oggettivo di licenziamento anche soltanto una diversa ripartizione di date mansioni fra il personale in servizio, attuata a fini di più economica ed efficiente gestione aziendale, nel senso che, invece di essere assegnate ad un solo dipendente, certe mansioni possono essere suddivise fra più lavoratori, ognuno dei quali se le vedrà aggiungere a quelle già espletate: il risultato finale fa emergere come in esubero la posizione lavorativa di quel dipendente che vi era addetto in modo esclusivo o prevalente. In tale ultima evenienza il diritto del datore di lavoro di ripartire diversamente determinate mansioni fra più dipendenti non deve far perdere di vista la necessità di verificare il rapporto di congruità causale fra la scelta imprenditoriale e il licenziamento, nel senso che non basta che i compiti un tempo espletati dal lavoratore licenziato risultino essere stati distribuiti ad altri, ma é necessario che tale riassetto sia [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento per scarso rendimento del dipendente – onere della prova per il datore di lavoro

2 Ottobre 2016 - Tullio Solinas


Nel licenziamento per scarso rendimento del lavoratore, rientrante nel tipo di licenziamento per giustificato motivo soggettivo, il datore di lavoro, non può limitarsi a provare solo il mancato raggiungimento del risultato atteso o l'oggettiva sua esigibilità. Il datore di lavoro deve anche provare che la causa di esso derivi da colpevole e negligente inadempimento degli obblighi contrattuali da parte del lavoratore nell'espletamento della sua normale prestazione. Nella valutazione delle relative risultanze probatorie dovrà tenersi conto del grado di diligenza normalmente richiesto per la prestazione lavorativa e di quello effettivamente usato dal lavoratore, nonché dell'incidenza della organizzazione complessiva del lavoro nell'impresa e dei fattori socio-ambientali. E' legittimo il licenziamento intimato al lavoratore per scarso rendimento qualora sia risultato provato, sulla scorta della valutazione complessiva dell'attività resa dal lavoratore stesso ed in base agli elementi dimostrati dal datore di lavoro, una evidente violazione della diligente collaborazione dovuta dal dipendente, ed a lui [ ... leggi tutto » ]


Pubblico impiego – in caso di assenza per malattia non è sufficiente l’eventuale referto medico della visita di controllo fiscale per evitare il licenziamento senza preavviso

28 Settembre 2016 - Tullio Solinas


La normativa vigente (articolo 55-septies del decreto legislativo 165/2001) dispone che, nell'ipotesi di assenza per malattia protratta per un periodo superiore a dieci giorni, e, in ogni caso, dopo il secondo evento di malattia nell'anno solare, l'assenza del dipendente pubblico dal posto di lavoro venga giustificata esclusivamente mediante certificazione medica rilasciata da una struttura sanitaria pubblica o da un medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale. Dunque, il legislatore ha inteso porre a carico del lavoratore, dipendente della PA, l'obbligo di attivarsi in tal senso, atteso che, è prevista la sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso in occasione di assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiore a tre nell'arco di un biennio o comunque per più di sette giorni nel corso degli ultimi dieci anni ovvero mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata, entro il termine fissato dall'amministrazione. Parallelamente all'obbligo che [ ... leggi tutto » ]


Norme e giurisprudenza in materia di controllo del dipendente (pubblico e privato) sul luogo di lavoro

21 Settembre 2016 - Tullio Solinas


Il secondo comma dell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori (legge 300/1970) prevede che gli impianti e le apparecchiature di controllo che siano richiesti da esigenze organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro, ma dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, possono essere istallati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, oppure, in mancanza di queste, con la commissione interna. In difetto di accordo, su istanza del datore di lavoro, provvede l'Ispettorato del lavoro, dettando, ove occorra, le modalità per l'uso di tali impianti: dunque, il datore di lavoro deve cercare un accordo con le rappresentanze dei lavoratori al fine di disciplinare i controlli, oppure deve promuovere le procedure suppletive che la legge prevede siano svolte qualora un accordo non sia raggiunto. Secondo i giudici della Corte di cassazione (sentenza 18302/2016) si deve operare, in materia, un contemperamento tra i diritti del datore [ ... leggi tutto » ]