sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di fisco tributi e contributi


Evasione fiscale e sequestro preventivo – quando il terzo può pagare l’imposta evasa ponendo fine alla confisca

22 Ottobre 2014 - Loredana Pavolini


In tema di reati tributari, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente del profitto del reato, corrispondente all'ammontare dell'imposta evasa, può essere legittimamente mantenuto fino a quando permane l'indebito arricchimento derivante dall'azione illecita, che cessa con l'adempimento dell'obbligazione tributaria. Il mantenimento del sequestro preventivo è giustificato fino al momento in cui si realizza il recupero delle imposte evase a favore dell'amministrazione finanziaria con corrispondente riduzione del patrimonio personale del contribuente, momento superato il quale non ha più ragione di essere mantenuto in vita la misura cautelare. Se l'evasore è anche creditore di un terzo soggetto e quest'ultimo salda il debito vantato dall'Erario, si verifica la situazione in cui al debitore non residua alcun illecito vantaggio economico ed alcun illecito arricchimento, in quanto egli avrebbe dovuto percepire quella somma in qualità di creditore del terzo. Nelle ipotesi appena enunciate, dunque, il pagamento da parte di un terzo, della somma dovuta [ ... leggi tutto » ]


Studi di settore – perché al contribuente conviene sempre aderire all’invito al contraddittorio

13 Ottobre 2014 - Giorgio Valli


La procedura di accertamento tributario standardizzato mediante l'applicazione dei parametri o degli studi di settore prevede il contraddittorio da attivare obbligatoriamente, pena la nullità dell'accertamento, con il contribuente. In tale sede, quest’ultimo ha l'onere di provare la sussistenza di condizioni che giustificano l'esclusione dell'impresa dall'area dei soggetti cui possono essere applicati gli “standards” o la specifica realtà dell'attività economica nel periodo di tempo in esame. D'altra parte la motivazione dell'atto di accertamento non può esaurirsi nel rilievo dello scostamento, ma deve essere integrata con la dimostrazione dell'applicabilità in concreto dello standard prescelto e con le ragioni per le quali sono state disattese le contestazioni sollevate dal contribuente. L'esito del contraddittorio, tuttavia, non condiziona l'impugnabilità dell'accertamento, potendo il giudice tributario liberamente valutare tanto l'applicabilità degli standards al caso concreto, che l'ente impositore deve dimostrare, quanto la controprova offerta dal contribuente Tuttavia, se il contribuente non aderisce all'invito al contraddittorio, egli assume [ ... leggi tutto » ]


La definizione agevolata del contenzioso tributario tramite pagamento del 5% del valore della controversia

13 Ottobre 2014 - Giorgio Valli


La legge, al fine di contenere la durata dei processi tributari in termini ragionevoli, ha stabilito che le controversie tributarie pendenti innanzi alla Corte di cassazione, che originano da ricorsi iscritti a ruolo nel primo grado da oltre dieci anni, per le quali risulti soccombente l'Amministrazione finanziaria dello Stato nei primi due gradi di giudizio, possono essere estinte mediante pagamento del cinque per cento del valore della controversia. Tuttavia, l'applicazione della speciale causa di estinzione del processo tributario mediante pagamento del cinque per cento del valore della controversia, necessita di due presupposti: che la lite penda da oltre dieci anni, e che l'amministrazione sia rimasta soccombente nei primi due gradi di giudizio. Tale ultimo requisito ricorre solo quando la soccombenza dell'Amministrazione sia stata totale, il che non si verifica allorché il giudice tributario, di merito o d'appello, decidendo sull'impugnazione dell'amministrazione finanziaria, ne abbia accolto sia pure in minima parte le [ ... leggi tutto » ]


Non si perde l’agevolazione fiscale prima casa se si possiede un immobile non idoneo a soddisfare le esigenze abitative della famiglia

13 Ottobre 2014 - Giorgio Valli


L'agevolazione per la cosiddetta prima casa subordina l'applicazione del beneficio all'acquisto di un'unità immobiliare da destinare a propria abitazione nel comune di residenza o (se diverso) ove si svolge la propria attività, al non possesso di altro immobile idoneo ad essere destinato a tale uso e alla dichiarazione formale, posta nell'atto di compravendita, di voler stabilire la residenza nel comune ove è ubicato l'immobile acquistato. Ne consegue che chi abbia il possesso di altra casa valutata non idonea alle esigenze abitative, sia per circostanze di natura oggettiva (es.: inabitabilità) che di natura soggettiva (es.: fabbricato inadeguato per dimensioni o caratteristiche qualitative) può ugualmente godere dell'agevolazione. Inoltre, in tema di agevolazioni per la prima casa, l'acquisto di una quota particolarmente esigua di un immobile, non comportando il potere di disporne come abitazione propria, non realizza l'intento abitativo, che è la finalità perseguita dal legislatore, ed è, sostanzialmente, assimilabile alla titolarità di [ ... leggi tutto » ]


Accertamento fiscale tramite redditometro » illegittimo se si prova la simulazione nell’acquisto del bene

13 Ottobre 2014 - Paolo Rastelli


No all'accertamento tramite lo strumento del redditometro se si prova la simulazione nell'acquisto del bene: per il contribuente è sufficiente la dimostrazione del mancato passaggio di denaro. È illegittimo l'accertamento da redditometro fondato su un incremento patrimoniale che il contribuente ha dimostrato essere solo simulato. Tra le prove contrarie, infatti, è ammessa anche la dimostrazione che l'esborso non è avvenuto e che pertanto non sussisteva una reale disponibilità economica. Questo, in sintesi, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 21442/14. Da quanto si evince dalla suddetta pronuncia, al fine di contestare l'avviso di accertamento tramite redditometro, fondato sul metodo sintetico, il contribuente può far valere la simulazione degli atti da lui stipulati. In parole semplici, per smontare il redditometro, è possibile dimostrare che l'acquisto del bene è, in realtà, simulato e non vi è stato un reale passaggio di denaro. Praticamente, il contribuente deve provare che l'incremento patrimoniale è [ ... leggi tutto » ]