contratti di prestito e di garanzia


Danno da rifiuto di un finanziamento – se la banca induce inizialmente il cliente a confidare nella sua concessione

1 Dicembre 2014 - Giovanni Napoletano


Il danno da rifiuto di un finanziamento reso dalla banca dopo aver indotto il richiedente a confidare nella sua concessione può essere commisurato in un importo se non pari, almeno commisurato percentualmente all'ammontare del prestito atteso e non erogato? A parere dell'Arbitro Bancario Finanziario, così come emerge dalla decisione 1529/13, la tesi sopra esposta non possa essere seguita; e ciò per l'evidente ragione che se il finanziamento fosse stato erogato sarebbe, però, anche sorto, contestualmente, a carico del richiedente sia l'obbligo di restituzione del capitale erogato secondo il piano di ammortamento concordato con la banca, sia l'obbligo di corrispondere gli interessi pattuiti. Se dunque si identificasse il danno con l'ammontare netto del finanziamento si finirebbe per arrivare al paradossale risultato di porre il richiedente in una posizione addirittura migliore di quella in cui si sarebbe trovato se l'operazione si fosse perfezionata, ed anzi nella posizione invidiabile di chi era destinato [ ... leggi tutto » ]


Prestiti facili a chi non può rimborsarli? l’induzione al sovraindebitamento è un danno risarcibile

28 Novembre 2014 - Carla Benvenuto


Prima della conclusione del contratto di credito, la banca (o la finanziaria o Poste Italiane) ha l'obbligo di valutare il merito creditizio di chi richiede il prestito sulla base di informazioni adeguate, fornite dal consumatore stesso e, ove necessario, ottenute consultando una banca dati pertinente. La valutazione del merito creditizio del richiedente non va riportata esclusivamente all'esigenza di tutelare il mercato del credito, evitando che il denaro ottenuto dalle banche mediante la raccolta del risparmio sia vincolato in impieghi troppo rischiosi e che il mancato rimborso da parte dei soggetti beneficiati possa aggravare irragionevolmente il rischio assunto da eventuali terzi garanti. La valutazione del merito creditizio va inquadrata anche nella necessità di comprendere se il contratto di credito proposto sia adatto alle esigenze e alla situazione finanziaria di chi richiede il prestito e, dunque, in un'ottica non soltanto prudenziale, ma anche di tutela di colui che ha formulato la richiesta [ ... leggi tutto » ]


Pegno regolare e pegno irregolare – differenze e implicazioni

26 Novembre 2014 - Simonetta Folliero


Il dato che rileva ai fini della configurabilità del pegno come irregolare è costituito soprattutto dalla volontà del debitore di conferire al creditore la facoltà di disporre, da subito, del bene offerto in pegno per soddisfare i propri crediti. Con il pegno irregolare, il creditore acquisisce immediatamente la proprietà del bene, destinato poi, al momento dell'adempimento, ad essere restituito con l'equivalente valore che il bene aveva al momento della costituzione del pegno, oppure, in caso d'inadempimento, nella sola misura eventualmente eccedente l'ammontare del credito garantito. Il creditore assistito da pegno irregolare, a differenza di quello assistito da pegno regolare, non è tenuto ad insinuarsi al passivo fallimentare per il soddisfacimento del proprio credito e può incamerare, in via definitiva, il bene ricevuto in pegno (salvo l'obbligo di restituire l'eccedenza) resta sottratto alla revocatoria. Questo è il chiarimento che emerge dalla sentenza della Corte di cassazione 24865/14. [ ... leggi tutto » ]


Anticipazione bancaria – la revoca dell’affidamento comporta l’immediato pagamento delle somme anticipate

26 Novembre 2014 - Simonetta Folliero


Le anticipazioni della banca effettuate su cambiali o fatture intestate al cliente, entro i limiti dell'affidamento concesso, comportano l'insorgere di un credito del cliente nei confronti della banca che non è condizionato al mancato pagamento da parte dei terzi debitori degli importi anticipati. La provvista posta a disposizione del cliente finanziato viene infatti da questi immediatamente utilizzata. Dalla successiva riscossione delle somme portate dalle cambiali, dalle fatture e/o dalle ricevute bancarie (cui l'istituto finanziatore provvede in nome e per conto del cliente, in virtù di un mandato all'incasso conferitogli contestualmente alla stipula del contratto) si realizza una compensazione fra il credito del correntista verso la banca. Ne consegue che, una volta che sia intervenuta la revoca dell'affidamento, che implica anche la rinunzia dell'istituto di credito al mandato all'incasso, il cliente è tenuto all'immediato pagamento di tutte le somme che gli sono state anticipate. Così ha stabilito la Corte di Cassazione [ ... leggi tutto » ]


Conto corrente e deposito titoli – diritto di ritenzione illegittimo se interpretato come diritto della banca a vendere i titoli per soddisfarsi di un credito

14 Settembre 2014 - Simonetta Folliero


Contratto di conto corrente con deposito titoli Spesso, nei contratti di conto corrente con deposito titoli, ritroviamo clausole che prevedono il diritto di ritenzione; il diritto di ritenzione consente alla banca il realizzo dei titoli depositati dal cliente quando il saldo del rapporto di conto corrente risulti negativo ed il debitore non provveda, dopo l'invito della banca, a ripianare lo scoperto. Il diritto di ritenzione si estende anche a garanzia di qualunque credito della banca che dovesse sorgere in futuro verso il cliente. Il diritto di ritenzione, tuttavia, non attribuisce alcun potere sul bene, di cui non si acquista la proprietà, né la disponibilità, né l'uso, ma solo è in grado di indurre il debitore ad adempiere, al fine di rientrare nella disponibilità della cosa. Giurisprudenza consolidata ha sancito, da un lato, l'impossibilità per la banca di appropriarsi dei frutti o di imputarli al soddisfacimento del proprio credito; dall'altro, ha [ ... leggi tutto » ]