Rassegna degli articoli pubblicati a cura di Loredana Pavolini

Opposizione agli atti esecutivi - inutile proporla dopo la vendita e l'assegnazione del bene espropriato

Loredana Pavolini - 10 Novembre 2015

E' inammissibile l'opposizione agli atti esecutivi con cui il debitore denunzi un vizio formale verificatosi prima della vendita (o dell'assegnazione) proposta dopo che la vendita sia stata compiuta (o l'assegnazione sia stata disposta), atteso che il codice civile dispone che la nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto la vendita non ha effetto riguardo all'acquirente o all'assegnatario, salvo il caso di loro collusione con il creditore procedente. Gli altri creditori non sono in nessun caso, tenuti a restituire, quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione. La norma, pertanto, dà risalto solo a tale collusione, che presuppone una dolosa preordinazione della condotta dell'acquirente in danno del debitore sottoposto ad esecuzione, e a nulla rilevando, invece, il difetto di diligenza del terzo acquirente. La vendita forzata, infatti, produce un trasferimento della proprietà assimilabile alla compravendita negoziale: quando essa si sia perfezionata, nell'ambito del procedimento giudiziale che la prevede e in conformità alle regole [ ... leggi tutto » ]

Violazione dell'obbligo di mantenimento dei figli - rilevanza sul piano penale

Loredana Pavolini - 7 Novembre 2015

Lo stato di bisogno dei minore è presunto, salvo i casi in cui egli abbia personali autonome risorse economiche o finanziarie sufficienti in grado di permettere a chi ne ha il contingente affidamento l'utilizzazione finalizzata all'autonomo sostentamento. Nulla perciò rileva che il genitore affidatario, o la sua famiglia di origine, abbia i mezzi per provvedere essi, autonomamente, all'intero sostentamento in supplenza dell'obbligo violato dall'altro genitore. La violazione dell'obbligo di provvedere al mantenimento dei figli si concretizza, sul piano civile, ad ogni scadenza. Rileva sul piano penale quando tale violazione risulta non episodica e determina l'assenza dei mezzi di sostentamento per il minore. Questo il principio giuridico affidato ai contenuti della sentenza 44683/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]

Rimborso delle imposte indebitamente versate - il termine di decadenza per la presentazione dell'istanza è di quarantotto mesi dalla data del versamento

Loredana Pavolini - 21 Ottobre 2015

In tema di rimborso delle imposte, il termine di decadenza previsto dalla legge (articolo 38 dpr 602/73) ha portata generale, riferendosi a qualsiasi ipotesi di indebito correlato all'adempimento dell'obbligazione tributaria, qualunque sia la ragione per cui il versamento è in tutto o in parte non dovuto, e quindi ad errori tanto connessi ai versamenti. Per la restituzione dei tributi indebitamente versati non si applica il termine ordinario decennale di prescrizione bensì il termine di decadenza di quarantotto mesi dalla data del versamento Questo il principio ribadito dai giudici della Corte di cassazione con la sentenza 20668/15. [ ... leggi tutto » ]

La sede dell'organismo di mediazione civile va individuato in base a quella del foro giudiziale competente

Loredana Pavolini - 26 Settembre 2015

La domanda di mediazione per una controversia in ambito civile e commerciale va presentata mediante deposito di un'istanza presso un organismo nel luogo del giudice territorialmente competente per la controversia. In caso di più domande relative alla stessa controversia, la mediazione si svolge davanti all'organismo territorialmente competente presso il quale è stata presentata la prima domanda. Per determinare il tempo della domanda si ha riguardo alla data del deposito dell'istanza. Chiunque può accedere alla mediazione per la conciliazione di una controversia civile e commerciale vertente su diritti disponibili e la legge non esclude le negoziazioni volontarie e paritetiche relative alle controversie civili e commerciali. Tuttavia, chi intende esercitare in giudizio un'azione relativa a una controversia in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria da diffamazione con il mezzo della stampa o con [ ... leggi tutto » ]

Diffida ad adempiere e risoluzione del contratto

Loredana Pavolini - 10 Settembre 2015

Colui che eccepisce l'inadempienza contrattuale dell'altro contraente, non per questo invoca la risoluzione del contratto, ma manifesta solo di volersi astenere temporaneamente dall'adempimento, fino a quando l'altro contraente non abbia adempiuto o comunque abbia offerto di adempiere la propria obbligazione. Dalla diffida ad adempiere rimasta infruttuosa non scaturisce la risoluzione del contratto quando anche il diffidante sia inadempiente, posto che l'inadempimento dello stesso priva di giuridica rilevanza quello del diffidato. In pratica, l'intimazione, da parte del creditore, della diffida ad adempiere (articolo 1454 del codice civile) e l'inutile decorso del termine fissato per l'adempimento non eliminano la necessità dell'accertamento giudiziale della gravità dell'inadempimento, e non comportano, automaticamente, la risoluzione del contratto. Infatti, a seguito della diffida ad adempiere senza esito, intimata dalla parte asseritamente adempiente, il giudice deve comunque valutare, ai fini della risoluzione del contratto, la sussistenza degli estremi, soggettivi e oggettivi, dell'inadempimento a carico della controparte; in particolare, [ ... leggi tutto » ]