Rassegna degli articoli pubblicati a cura di Tullio Solinas

Il licenziamento del dirigente può fondarsi su esigenze di riorganizzazione aziendale

Tullio Solinas - 26 Agosto 2015

In tema di licenziamento, secondo la giurisprudenza di legittimità, la nozione di giustificatezza del licenziamento del dirigente, per la particolare configurazione del rapporto di lavoro dirigenziale, non si identifica con quella di giusta causa o giustificato motivo, potendo rilevare qualsiasi motivazione, purchè apprezzabile sul piano del diritto, idoneo a turbare il legame di fiducia con il datore di lavoro. Il licenziamento del dirigente, infatti, può fondarsi su ragioni oggettive concernenti esigenze di riorganizzazione aziendale, che non debbono necessariamente coincidere con l'impossibilità della continuazione del rapporto o con una situazione di crisi tale da rendere particolarmente onerosa detta continuazione, dato che il principio di correttezza e buona fede, che costituisce il parametro su cui misurare la legittimità del licenziamento, deve essere coordinato con la libertà di iniziativa economica, garantita all'imprenditore. Ad esempio, per stabilire se sia giustificato il licenziamento di un dirigente intimato per ragioni di ristrutturazione aziendale, non è dirimente [ ... leggi tutto » ]

Obbligo e durata del preavviso nel rapporto di lavoro subordinato

Tullio Solinas - 12 Agosto 2015

Nel rapporto di lavoro dipendente, il preavviso si pone come condizione di legittimità del recesso, la cui inosservanza è sanzionata dall'obbligo di corrispondere da parte del recedente una indennità sostitutiva; pertanto esso non può essere preventivamente escluso dalla volontà delle parti, né essere limitato nella sua durata rispetto a quello fissato dalla contrattazione collettiva; è lecito invece, mediante accordo individuale, pattuirne una maggior durata giacché tale pattuizione può giovare al datore di lavoro, come avviene nel caso in cui non è agevole la sostituzione del lavoratore recedente, ed è sicuramente favorevole a quest'ultimo che resta avvantaggiato dal computo dell'intero periodo agli effetti della indennità di anzianità, dei miglioramenti retributivi e di carriera e dal regime di tutela della salute. Il lavoratore subordinato può liberamente disporre della propria facoltà di recesso dal rapporto, come nell'ipotesi di pattuizione di una garanzia di durata minima dello stesso; non contrasta, pertanto, con alcuna norma [ ... leggi tutto » ]

Il genitore o il familiare che assiste con continuità un parente o un affine disabile convivente ha diritto a scegliere la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio

Tullio Solinas - 5 Agosto 2015

La legge dispone che il genitore o il familiare lavoratore, con rapporto di lavoro pubblico o privato, che assista con continuità un parente o un affine entro il terzo grado handicappato, con lui convivente, ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede. La facoltà di scelta non è limitata al momento di assunzione, potendo anzi essere compiuta, alle condizioni previste, anche in costanza di rapporto, come si evince dalla esplicita tutela dal trasferimento imposto. Come insegna la giurisprudenza di legittimità, infatti, il diritto di scelta può essere esercitato oltre che al momento dell'assunzione, anche successivamente sia quando la situazione di handicap intervenga in corso di rapporto, sia quando preesista ma l'interessato, per ragioni apprezzabili, intenda mutare la propria residenza. Insomma, il diritto del genitore o del familiare lavoratore, con rapporto di [ ... leggi tutto » ]

Insinuazione al passivo - nessun termine di decadenza per i crediti sopravvenuti

Tullio Solinas - 4 Agosto 2015

La legge fallimentare dispone che le domande di ammissione al passivo di un credito, di restituzione o rivendicazione di beni mobili e immobili, depositate in cancelleria oltre il termine di trenta giorni prima dell'udienza fissata per la verifica del passivo e non oltre quello di dodici mesi dal deposito del decreto di esecutività dello stato passivo sono considerate tardive; in caso di particolare complessità della procedura, il tribunale, con la sentenza che dichiara il fallimento, può prorogare quest’ultimo termine fino a diciotto mesi. Decorso tale termine, e comunque fino a quando non siano esaurite tutte le ripartizioni dell'attivo fallimentare, le domande tardive sono ammissibili solo se l'istante prova che il ritardo è dipeso da causa a lui non imputabile. Tuttavia, secondo i giudici della Corte di cassazione (sentenza 16218/15) l'insinuazione al passivo per i crediti sopravvenuti, non è soggetta al termine di decadenza di dodici (o sino a diciotto) mesi. [ ... leggi tutto » ]

Inammissibile la prova testimoniale se il lavoratore contesta l'esistenza della lettera di licenziamento in forma scritta

Tullio Solinas - 28 Luglio 2015

La legge prevede la comunicazione di licenziamento in forma scritta a pena di inefficacia. Il licenziamento produce i propri effetti quando sia giunto a conoscenza del destinatario, ovvero quando l'atto sia pervenuto al suo indirizzo o gli sia stato materialmente consegnato a mani proprie, circostanza, quest’ultima, che può essere dimostrata, ad esempio, dalla sottoscrizione per ricevuta apposta in calce alla lettera medesima. Non basta, per evitare l'inefficacia, che le prove testimoniali riferiscano dell'avvenuta lettura e del tentativo di consegna al lavoratore di una copia della lettera di recesso, nonché del rifiuto del lavoratore di sottoscriverla per ricevuta, se il lavoratore stesso nega la lettura dell'atto di licenziamento e/o il tentativo di consegna a mani dell'atto di licenziamento. Nè può essere richiamata, a proposito, la sentenza 23061/07 della Suprema Corte in cui la tempestiva redazione per iscritto della lettera di licenziamento era pacifica tra le parti mentre fra di esse erano [ ... leggi tutto » ]