Non scriva di essere nullatenente, perché non è vero. Lei percepisce uno stipendio, pignorabile fino ad un quinto per debiti con banche e finanziarie e di un altro quinto per debiti con Equitalia.

Per quanto attiene l’eredità non ci sono scorciatoie. Una eventuale rinuncia, che – in assenza di figli e coniuge – andrebbe ad aumentare la quota dei due fratelli (con i quali si potrebbe pur sempre trovare sempre un accordo) risulterebbe facilmente impugnabile dai creditori che otterrebbero dal giudice la facoltà di accettare l’eredità in sostituzione del chiamato rinunciante.

Le scelte che possono limitare i danni presuppongono ampia disponibilità del debitore a muoversi in tempo utile e ad accettare condizioni che, ad un primo approccio,potrebbero sembrare troppo invasive.

Per proteggere lo stipendio la strada più lineare è quella di chiedere una cessione prima dell’eventuale pignoramento e, se ci sono motivi di dissidi con il coniuge, affrettare i tempi della separazione riconoscendogli l’assegno alimentare che gli è dovuto.

Per l’eredità si deve convincere il genitore a fare testamento per la quota disponibile, riservando ciò che è possibile ad altri soggetti vicini al debitore.

Per la legittima non c’è nulla da fare: l’unica soluzione per evitarne il pignoramento è vendere l’immobile quando il genitore è ancora in vita.

Comunque troverà i necessari approfondimenti sul tema negli articoli che le segnalo di seguito:

1) eredità riservata disponibile e legittima – eredi e legatari

2) pignoramento dello stipendio con cessione e separazione – a volte conviene

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