Lilla De Angelis

Sono considerati animali domestici quelli tenuti in casa per l’interesse che suscitano o per compagnia: si tratta di cani, gatti, furetti, roditori, conigli e molti altri animali da compagnia tra cui uccelli e pesci ornamentali, serpenti, tartarughe, pappagalli, ma anche rapaci, piccioni e quaglie.

la Corte di Cassazione (con la sentenza 6609/2020, ha precisato che l’abbandono consiste nel distacco volontario dall’animale: quindi, il reato scatta quando la persona, che ha la custodia dell’animale, decide volontariamente di disfarsene e di lasciarlo in un luogo dove non riceverà alcuna cura. La Suprema Corte ha anche sottolineato che il reato si configura a prescindere da ciò che accade dopo l’abbandono (ad esempio, le sofferenze o la morte dell’animale).

L’articolo 727 del codice penale, punisce la condotta di chi abbandona animali domestici o di animali che abbiano acquisito abitudini della cattività (la legge difende non solo gli animali domestici, ma anche tutti quelli che sono abituati a vivere in cattività come la pecore, ad esempio, che vivono in allevamento): la pena prevista è l’arresto fino ad un anno o l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.

L’articolo 727 del nostro codice penale, inoltre, punisce anche l’abbandono nel senso trascuratezza, disinteresse o mancanza di attenzione verso l’animale: in altre parole, commette il reato di abbandono anche colui che ha la custodia di un animale, ma lo tiene in condizioni che non sono adatte alle sue esigenze e che gli provocano gravi sofferenze.


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