Marzia Ciunfrini

A quanto è dato di capire, la banca ha messo ha disposizione del mutuatario, un importo destinato all’acquisto di un immobile ed alla sua ristrutturazione: l’importo necessario all’acquisto dell’immobile è stato erogato senza problemi, mentre la parte del mutuo contrattualizzata per gli interventi di ristrutturazione, la cui erogazione è stata vincolata allo Stato di Avanzamento dei Lavori è rimasta disponibile ma non erogata perché i lavori di ristrutturazione non sono stati realizzati secondo la tempistica prevista.

Per rispondere in modo affidabile, purtroppo, sarebbe necessario esaminare il contratto di mutuo sottoscritto dalle parti ed individuare le responsabilità per la mancata ristrutturazione secondo gli Stati di Avanzamento dei lavori concordati con la banca.

Un esame superficiale della questione porterebbe a dedurre che la banca aveva tutto il diritto ad esigere il pagamento degli interessi sull’importo complessivo messo a disposizione del mutuatario, se gli interventi di ristrutturazione non sono stati realizzati secondo le tempistiche previste.

Piuttosto, andrebbero approfondite, qualora configurabili, le eventuali responsabilità dell’impresa a cui sono stati affidati i lavori di ristrutturazione per verificare la fattibilità di esperire un’azione legale finalizzata al risarcimento del danno patito dal mutuatario che è stato costretto, da contratto, a corrispondere alla banca gli interessi passivi del mutuo per la parte SAL vincolata alla realizzazione degli interventi di ristrutturazione mai portati a termine.

La circostanza del momentaneo accredito, seguito immediatamente dallo storno, nel conto corrente del mutuatario, della parte di mutuo vincolata dallo Stato di Avanzamento dei Lavori è del tutto irrilevante per la questione, dal momento che il movimento bancario è evidentemente giustificato dall’esigenza procedurale di erogare completamente un mutuo prima di poterlo estinguere e stipularne uno nuovo (magari senza vincolo di SAL).


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