Gennaro Andele

Inflazione all’8,4% in un anno: non si vedeva in Italia dal 1985, quando c’erano la Prima Repubblica, la spesa pubblica senza limiti a fini elettorali, la lira e le svalutazioni competitive.

Vent’anni di euro, una crisi economica mondiale e poi una pandemia, ci avevano abituati ai prezzi che non salivano. E invece, da un anno a questa parte, la crisi energetica ha riportato d’attualità un fenomeno che sembrava un relitto del passato, dei tempi di Craxi e Andreotti, dell’Iri e dei Bot: l’inflazione, appunto.

Ma quanto pesa, nella giornata odierna di un’italiana o di un italiano, questo 8,4% in più rispetto all’agosto 2021?

Prendiamo una cittadina tipo, che chiameremo Cristina, e guardiamo i conti che hanno fatto le associazioni di consumatori Assoutenti, Codacons e Unione nazionale consumatori, basandosi sui dati Istat.

Maria si sveglia alla mattina e fa colazione. Se la fa col latte a lunga conservazione, ha dovuto pagare il 19% in più rispetto all’agosto dell’anno scorso. Il latte fresco è aumentato un pò meno (+11,7% quello parzialmente scremato, +9,9% quello intero). Il pane in un anno è diventato più salato (+13,6%), il burro costa più caro di un terzo (+33%). Le confetture sono aumentate del 7,9%.

Una tazza di caffè caldo è quello che ci vuole per far ripartire la nostra Maria.

Ma anche il caffè costa il 6,7% in più, e lo zucchero per addolcirlo è più salato del 14,9%. Se poi la nostra italiana tipo vuole concedersi una colazione più sostanziosa, l’inflazione gliela rende ancora più amara. Rispetto a un anno fa, lo yogurt costa 12,1% in più, il succo di frutta l’11,1%.

Ma a rovinare del tutto il primo pasto della giornata, arriva l’ennesimo aumento. Il gas che scalda il bricco del latte di Maria, dall’anno scorso costa il 30% in più per le famiglie.

E questo nonostante le decine di miliardi destinati dal governo a calmierare le bollette. Cristina non risparmia se scalda direttamente il latte nel micro-onde. Anche le bollette della luce, nonostante gli interventi del governo, sono salite in 12 mesi del 30%.

L’aumento della bolletta elettrica perseguita la nostra Maria per tutta la giornata. Quando apre il frigorifero, quando accende la luce, quando mette a ricaricare il cellulare, quando guarda la televisione. Sempre il 30% di spesa in più.

Se poi appartiene al popolo dell’aria condizionata, e non a quello delle finestre aperte, l’inflazione energetica diventa un vero incubo per lei. E non è ancora finita. Da novembre, (in certe località anche prima) bisognerà accendere il riscaldamento. E anche la bolletta del gas sarà di un terzo più pesante.

Se poi la nostra Cristina deve prendere l’auto, deve sborsare il 18% in più per la benzina e il 22% per il gasolio. Se vuole comprarsi un cd o un dvd, il prezzo è salito del 27%. All’ora di pranzo, l’inflazione continua a galoppare: +21,7% per la pasta, +22,4% per il riso, +11,6% per sughi e condimenti, +8,5% per la carne, +15,6% per il pollo, +9,6% per il pesce fresco e +9,7% per quello surgelato, +10,7% per i formaggi, +12,4% per la verdura fresca, 12,8% per le acque minerali, +8,3% per la frutta fresca.

Se Maria vuole consolarsi con un gelato, rischia di rimanerle l’amaro in bocca: il prezzo è salito del 18,1%. E a cena, si replica con gli aumenti. Inutile provare a fuggire dall’Italia: i voli internazionali sono aumentati del 128,1%.

Secondo il Codacons, una famiglia di 4 persone, a causa degli aumenti di prezzi e tariffe del comparto alimentare, si ritrova oggi a subire una stangata da 794 euro annui in più per l’acquisto di cibi e bevande.


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