Simonetta Folliero

La tenuta di un conto corrente presenta costi fiscali (imposta di bollo) e costi di gestione fissi e variabili: i primi sono costi che non cambiano a seconda del tipo di utilizzo che si fa del conto corrente. Rientrano in questa categoria: il canone mensile di gestione del conto corrente. il canone annuo della carta di debito (bancomat) e della eventuale carta di credito che servono per prelevare contanti e/o per pagare.

E’ probabile che, visti i tempi che corrono, il governo vari una patrimoniale sui depositi in conto corrente: un prelievo forzoso tipo quello che Giuliano Amato (l’attuale Presidente della Consulta) perpetrò, in una notte del luglio 1992, in danno di tutti i correntisti italiani. Forse a questo si riferiscono i funzionari di banca quando asseriscono che i soldi in conto corrente non sono al sicuro.

Altro aspetto della questione, a cui, forse, si riferiscono i funzionari di banca, riguarda i costi dell’inflazione che gravano su un importo di 100 mila euro lasciato sul conto corrente: per farla breve diciamo che 10 mila euro lasciati in conto corrente nel 2016 diventano nel 2022, a causa esclusiva dell’inflazione, 8.774 euro (una riduzione do oltre il 12% in un quinquennio. Eppure, gli effetti inflattivi sono stati modesti fino a ieri, di certo non comparabili con gli aumenti registrati negli ultimi mesi e che si prevede cresceranno nei prossimi anni.


Per visualizzare l'intera discussione, completa di domanda e risposta, clicca qui.