Lilla De Angelis

La realtà è questa: complicato per un soggetto che nel tempo non ha ottemperato alle scadenze di rimborso previste dai prestiti di cui ha beneficiato, ottenere nuovamente accesso al credito, pur avendo regolarizzato, nel tempo, le varie posizioni debitorie. E ciò per tre ordini di motivi:

– bisogna attendere almeno tre anni dalla data di regolarizzazione di un credito non rimborsato alle scadenze previste, per poter vedere automaticamente oscurata la posizione nel tempo censita nei Sistemi di Informazione Creditizia (SIC – quali CRIF, CTC, Assilea, Experian Cerved) o nella Centrale Rischi (CR) di banca d’Italia: oppure bisogna attendere almeno tre anni dalla data in cui avrebbe dovuto essere pagata l’ultima rata del piano di ammortamento, nel caso di prestito mai rimborsato (neppure in ritardo);

– l’assenza di dati positivi nei SIC (i dati positivi non vengono mai oscurati) attinenti a puntuali rimborsi di qualche debito per una persona non giovane rappresenta un elemento di sospetto;

– si deve essere fortunati a chiedere il nuovo prestito ad Istituti di Credito o Finanziarie che non facciano ricorso alla consultazioni di banche dati non ufficiali (le cosiddette Centrali Rischi occulte) che riportano i dati dei cattivi pagatori assenti (dopo tre anni) nei SIC ufficiali.

Per soggetti che, purtroppo, nel passato, hanno dovuto, loro malgrado, sperimentare le tipiche difficoltà che si incontrano nel rimborso di finanziamenti a loro riservati, bisogna ricorrere a terzi garanti con capacità reddituale e patrimoniale sufficiente, oppure a particolari tipologie di prestito, quali la cessione del quinto della pensione o a prestiti garantiti da ipoteca su immobile.

Nella sua situazione, le eventuali mutate capacità reddituali e patrimoniali rispetto agli anni in cui non ha potuto ottemperare al rimborso dei prestiti erogati a suo favore, hanno ben poca rilevanza. Ciò che conta è la recidiva nel risultare ripetutamente soggetto inadempiente rispetto agli obblighi assunti.


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