Giovanni Napoletano

L’Antitrust tiene i fari puntati sulle società di luce e gas e il messaggio è chiaro: in questi mesi così delicati, in vista della completa liberalizzazione del mercato, non verranno tollerati comportamenti scorretti da parte degli operatori.

In particolare l’autorità ha appena comunicato di aver chiuso 11 procedimenti senza sanzione, accettando gli impegni presi dalle compagnie. Inoltre ha sanzionato due operatori, aperto sei nuove istruttorie e invitato tre operatori, tramite un intervento di moral suasion, a rendere più trasparenti le offerte ai consumatori.

Il tema è molto attuale: la fine del mercato tutelato è ormai in vista (scatterà il primo gennaio 2023) e operatori grandi e piccoli stanno cercando di accaparrarsi più clienti possibile, spiegando loro che presto non si potrà più rinviare la scelta.

La fetta dei clienti domestici è molto grande e fa gola a tutti: parliamo del 43% delle utenze di luce e del 40% di quelle relative al gas, secondo i dati Arera di fine luglio. Sono milioni i contratti in ballo, senza contare chi è già nel mercato libero ma potrebbe aver voglia di cambiare ancora.

Le undici società che hanno scampato la sanzione sono Enel Energia, Optima, Green Network, Illumia, Wekiwi, Olimpia-Gruppo Sinergy, Gasway, Dolomiti Energia, E.On, Axpo e Audax.

Il procedimento era stato aperto per vari motivi.

Anzitutto per scarsa trasparenza: nelle offerte commerciali infatti veniva indicato solo il prezzo della componente energia, senza alcun riferimento a tutta quella giungla di costi (oneri di sistema, spese di trasporto, per la gestione del contatore, tasse) che compongono oltre la metà di una bolletta.

È vero che la componente energia è l’unica che gli operatori possono gestire in modo autonomo (la concorrenza si fa proprio su questa voce), ma ai futuri clienti venivano prospettate bollette molto più economiche rispetto alla realtà.

Le nuove regole di Arera dovrebbero mettere fine a queste furbizie: obbligano gli operatori a indicare i costi (fissi e relativi ai consumi) per iscritto prima della firma.

Alcune offerte presentavano poi delle trappole.

Ad esempio le spese di spedizione della bolletta oppure delle penali per chi rescindeva il contratto prima del tempo. In questi casi spesso gli sconti concessi all’inizio venivano stornati: in pratica gli operatori si riprendevano i soldi dell’offerta con cui avevano attirato i clienti. Tutte pratiche, ricorda Antitrust, “in contrasto con la regolazione vigente”.

Gli impegni che hnno convinto Antitrust prevedono offerte più trasparenti, senza omettere tutti i costi che si aggiungono alla componente energia; il rimborso di tutti gli oneri che erano stati ingiustamente addebitati ai clienti, anche relativi a contratti già cessati.Per le stesse pratiche è invece arrivata la sanzione per Argos (oltre due milioni di euro) e Sentra Energia (250.000 euro).

Le cattive pratiche degli operatori di energia, però, sembrano continuare. Perché Antitrust ha anche avviato nuove istruttorie, per comportamenti molto simili, nei confronti di sei società: Visitel, Enne Energia, Ubroker, Bluenergy, Europe Energy e Ajò Energia.

Allo stesso tempo l’autorità ha fatto partire una moral suasion nei confronti di Eni gas e luce, A2A e Sorgenia per “rendere più chiare e complete le comunicazioni promozionali, attuali e future, indicando con la stessa evidenza grafica tutti gli oneri applicati dalle società di vendita per la fornitura dell’energia elettrica e del gas”.

Gli oneri di sistema, in pratica, sono indicati ma in modo meno evidente e i clienti potrebbero non notarli, aderendo così a un’offerta senza avere tutti gli elementi in mano per una scelta consapevole.


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