Paolo Rastelli

La storia recente suggerisce di attendere prima di pagare le cartelle esattoriali: poi, ovviamente, ciascuno è libero di decidere come comportarsi.

Per passare ai fatti, bisogna ricordare che con il decreto c.d. Sostegni (dl 41/2021), in vigore dal maggio 2021, sono stati annullati i debiti esattoriali, risultanti dai singoli carichi affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010, che, alla data di entrata in vigore della normativa avevano un importo residuo fino a 5 mila euro (comprensivi di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni) ai debitori (persone fisiche e non) con reddito imponibile, nell’anno di imposta 2019, fino a 30 mila euro.

Inoltre, l’articolo 4, comma 1, del decreto legge 119/2018 ha disposto che i debiti di importo residuo – alla data della sua entrata in vigore (24 ottobre 2018) – fino a mille euro (comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni), risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010 fossero automaticamente annullati (indipendentemente dal reddito del debitore esattoriale).

Insomma, sembra che in Italia venga premiato chi ritarda il rimborso dei debiti esattoriali (quelli, per intenderci, contratti con la Pubblica Amministrazione).


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