Giovanni Napoletano

La bolletta elettrica per la seconda casa può raggiungere costi esorbitanti, ma il motivo non è legato ai consumi effettivi: la bolletta elettrica e del gas, infatti, è composta da una serie di voci e non è facile per i consumatori interpretarle: per questi gli esperti della nostra associazione sono a disposizione dei consumatori per fornire assistenza attraverso il nostro sportello Energia.

Cerchiamo intanto di fare chiarezza sul perché la bolletta per la seconda casa ha costi maggiori.

Nella nostra bolletta paghiamo:

  • voci non direttamente connesse al bene (l’elettricità) che stiamo consumando ma anche ai vari servizi (trasmissione, dispacciamento, distribuzione, ecc ecc) che ci consentono che questa arrivi fin nelle nostre case,
  • una lunga serie di oneri parafiscali, i famigerati oneri generali di sistema che servono a finanziare delle vere e proprie politiche industriali non tutte direttamente connesse al sistema elettrico, e quindi, dal nostro punto di vista, da spostare sulla fiscalità generale,
  • diverse voci slegate dal consumo (cioè dai kilowattora effettivamente consumati) e che vengono pagate mensilmente in quota fissa o sulla base del tipo di utenza attiva e delle caratteristiche tecniche della fornitura (come, ad esempio, la potenza impegnata),
  • altre voci assolutamente indipendenti dal servizio elettrico come il canone RAI.

A complicare ulteriormente questo quadro è intervenuta negli scorsi anni la riforma della tariffa elettrica che ha eliminato la progressività nell’applicazione delle componenti tariffarie.

Questo da un lato ha introdotto un principio di equità, visto che con la nuova articolazione tariffaria il costo al kilowattora è slegato dai consumi e, quindi, da un lato non sono più presenti i sussidi incrociati tra consumatori e, dall’altro, è diventato più conveniente l’utilizzo di sistemi elettrici più efficienti e meno inquinanti.

Purtroppo la riforma risulta svantaggiosa per le utenze non residenti (cioè le seconde case per le vacanze ad esempio) a causa dell’applicazione, in quota fissa annuale indipendente dal consumo, di alcune voci che compongono la bolletta.

Questo vale in particolare per quanto riguarda gli oneri generali di sistema che, infatti se per le utenze domestiche residenti (cioè le prime case in cui abbiamo la residenza anagrafica) è applicata in quota energia, cioè calcolata in euro al kilowattora in base ai consumi effettivi del cliente, per le utenze domestiche non residenti è invece applicata anche in quota fissa, questo significa che le utenze non residenti oltre a pagare sulla base dei consumi (che però dovrebbero essere minimi essendo una seconda casa) per coprire il costo degli oneri generali di sistema pagano anche una, importante, quota fissa che arriva a circa 135 euro all’anno e che si pagherà sempre, sia che si consumi elettricità sia che non la si consumi.

Questo è il principale motivo per cui le bollette delle seconde case possono risultarci così alte!

E’ importante ricordare alcune informazioni utili:

  • sulle utenze delle seconde case, essendo relative a contratti da non residente, non si deve pagare il canone RAI, che invece viene pagato sulle utenze residenti,
  • questi costi non dipendono né dal venditore, né dal tipo di mercato (di maggior tutela o libero) perché sono importi che vengono versati nelle casse dello Stato: non fidatevi quindi di quei venditori che, per spingervi a sottoscrivere un contratto con loro, vi dicono che questi costi non sono presenti nelle loro offerte, non è così!

Se la seconda casa è frequentata soltanto il alcuni mesi dell’anno o comunque per poco tempo, è buona prassi staccare l’interruttore generale di energia elettrica: non sarà un grosso risparmio ma è già qualcosa!


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