Tullio Solinas

Conviene sollecitare l’ultimo datore di lavoro (ASL) a notificare all’INPS l’esistenza di una cessione del quinto sullo stipendio che deve continuare ad essere applicata anche sulla pensione, altrimenti, poi, sarà costretto a recuperare le rate del piano di ammortamento non versate con effetti indesiderati di prelievo dalla pensione.

In effetti il problema è nato da una omissione della ASL (il CAF c’entra poco), la cui amministrazione doveva notificare all’INPS l’esistenza del prestito dietro cessione del quinto non estinto con il passaggio in quiescenza: se le cose verranno fatte presto e bene, dal prossimo rateo il prelievo dovrebbe figurare nel cedolino. Suggerisco di affrontare la questione anche con la finanziaria cessionaria, in modo da concordare come recuperare le rate ad oggi non versate, se con un extra versamento rateizzato, oppure con una modifica del piano di ammortamento, posponendo le rate non versate dopo la data di estinzione del prestito precedentemente prevista.


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