Giovanni Napoletano

L’Antitrust ha irrogato a Poste Italiane una sanzione di 5 milioni di euro, il massimo consentito dalla legge anche se non deterrente in rapporto al fatturato del gruppo pari nel 2019 a 3,492 miliardi di euro, per aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate.

Lo comunica l’Autorità in una nota.

Per il Garante il comportamento di Poste provoca danni non solo ai consumatori, ma anche al sistema giustizia del Paese.

La mancata consegna delle raccomandate da parte di Poste italiane provoca gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati.

E’ quanto sottolinea l’Antitrust, annunciando la multa da 5 milioni al gruppo, accusato di condotte ingannevoli nella gestione del servizio. L’Autorità ricorda che la questione è stata più volte sollevata nelle Relazioni Annuali sullo stato della giustizia.

Dunque, Poste Italiane non ha adottato le dovute misure di controllo e correttive» e inoltre il Garante ha accertato «la sussistenza di omissioni informative anche nei messaggi pubblicitari di promozione del servizio di ritiro digitale delle raccomandate, in quanto non viene chiarito che tale servizio è utilizzabile per i soli invii originati digitalmente».

Gli inconvenienti di tutto ciò non sono solo a carico dei consumatori costretti a fare le file per ottenere una raccomandata che avrebbe dovuto essere consegnata a casa, ma anche – sottolinea l’Authority – «gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati».


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