Purtroppo, non si tratta di un errore, nè di un abuso: Experian riporta semplicemente dati pubblici tratti dal Registro Informatico dei Protesti in cui lei risulta sicuramente censito, e in cui resterà fino al compimento di cinque anni dalla data di levata del protesto dell’assegno.
Ora, Experian svolge, in particolare, un servizio di informativa commerciale inerente l’affidabilità di operatori professionisti del settore, utilizzando dati provenienti dai tribunali e dal Registro Informatico dei Protesti (RIP) gestito dalle Camere di commercio.
La normativa vigente consente ad Exeperian di mantenere le informazioni commerciali acquisite visibili per un decennio dalla data in cui l’evento (nella fattispecie, la levata del protesto) si è verificato.
In pratica, lei potrebbe anche attendere che la cancellazione del protesto dal RIP intervenga nel 2021. Tuttavia il dato negativo censito in Experian verrebbe mantenuto fino al 2026.
Per risolvere ha una sola via d’uscita: ottenere la riabilitazione giudiziale dal protesto dell’assegno.
L’articolo 17 della legge 108/1996, infatti, prevede che il debitore protestato che abbia adempiuto all’obbligazione per la quale il protesto è stato levato e non abbia subito ulteriore protesto ha diritto ad ottenere, trascorso un anno dal protesto, la riabilitazione.
La riabilitazione è accordata con decreto del presidente del Tribunale, territorialmente competente, su istanza dell’interessato corredata dai documenti giustificativi (liberatoria del beneficiario dell’assegno).
Per effetto della riabilitazione il protesto si considera, a tutti gli effetti, come mai avvenuto. Il debitore protestato e riabilitato ha diritto di ottenere la cancellazione definitiva dei dati relativi al protesto anche dal registro informatico dei protesti.
Con la riabilitazione potrà ottenere la cancellazione dei dati negativi censiti in RIP ed Experian.
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