Gennaro Andele

Conservare le ricevute di pagamento delle bollette è importante per evitare il pericolo di pagare due volte, in caso di contestazione del pagamento: nonostante ciò, arriva il momento in cui il credito cade in prescrizione e non si è più obbligati a darne alcune dimostrazione, allora sì che possiamo buttare tutto senza correre rischi.

Per prima cosa è importante verificare la data in cui è avvenuto il pagamento.

Come dice il Codice Civile, il pagamento di una bolletta può essere richiesto, dal creditore, solo entro una certa data.

Scaduti i termini di legge, il debitore non è più tenuto al pagamento nel caso non fosse ancora stato effettuato.

Se invece, al momento della richiesta, il termine è ancora valido e non si è in grado di dimostrare di aver pagato, bisognerà effettuare nuovamente il pagamento, maggiorato di interessi e sanzioni.

Se in precedenza il termine di prescrizione per le spese domestiche era di cinque anni, con la Legge di Bilancio 2018 i fatti sono cambiati.

Dal 2 Marzo 2018, infatti, è entrato in vigore un nuovo termine di prescrizione: tutte le bollette emesse hanno, ad oggi, una prescrizione biennale, quindi di solo due anni.

Nel dettaglio, per quanto riguarda le bollette del gas, la prescrizione è passata da cinque a due anni a partire da gennaio 2019, e per le bollette dell’acqua a partire da gennaio 2020.

In genere, si consiglia di conservare ogni ricevuta di pagamento in originale cartaceo. In questo modo eviterete facili contestazioni da parte del creditore.

Inoltre, quando vi troverete a calcolare la tempistica per la conservazione dei documenti, è fondamentale considerare la possibile interruzione del termine di prescrizione.

Ad esempio, un sollecito di pagamento può interrompere il termine previsto facendone decorrere uno nuovo. A questo punto dovrete ricalcolare i tempi, facendo fede all’ultima data indicata nel vostro sollecito.


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