Paolo Rastelli

Per farla breve, quando una casa è in comproprietà fra due o più soggetti e uno di essi è debitore, e non è possibile dividerla comodamente, il creditore procedente riesce ad ottenere, quasi sempre, l’espropriazione dell’intero immobile, ed allora il ricavato ripartito fra i comproprietari e quanto spettante al debitore viene assegnato al creditore procedente.

Nel caso di debiti esattoriali, ovvero debiti verso la Pubblica Amministrazione per il recupero dei quali agisce Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia), il problema può essere risolto facendo prendere la residenza al comproprietario debitore nell’immobile in comproprietà e facendo vendere allo stesso altre eventuali case possedute. In modo che, alla fine, il debitore esattoriale abbia residenza nell’unica casa di proprietà.

Altra soluzione potrebbe essere quella di rilevare la quota di proprietà del debitore, ma nella consapevolezza che Agenzia delle Entrate Riscossione potrà esperire azione revocatoria finalizzata a rendere inefficace l’atto di compravendita entro cinque anni dal rogito notarile.

Ancora è possibile escludere con testamento il figlio debitore assegnandogli il diritto di abitazione nell’immobile: per questa soluzione più sofisticata si legga questo articolo.

Senza ricorrere a soluzioni sofisticate, forse la scelta più radicale e sicura, anche se banale, è quella di liquidare la proprietà prima che si trasmetta all’asse ereditario in cui è presente il debitore.


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