Simone di Saintjust

La questione è un pochino più articolata: quando due soggetti richiedono la registrazione anagrafica presso la stessa unità abitativa possono chiarire all’ufficiale d’anagrafe che sono legati da vincoli di parentela o affettivi, che intendono costituire un’unione civile o una convivenza di fatto. In questa ipotesi (soggetti legati da vincoli di paretela o affettivi, soggetti uniti civilmente o coppia di fatto) l’ufficiale d’anagrafe crea una sola scheda anagrafica includente i due soggetti che, di qui in avanti, compariranno nello stesso stato di famiglia.

Oppure, i due soggetti possono dichiarare che fra loro non intercorrono legami di parentela o affettivi, che non intendono costituire un’unione civile (se dello stesso sesso) o una coppia di fatto (se di sesso diverso) e che il titolare della proprietà o del contratto di locazione, o del diritto di abitazione dell’unità abitativa accoglie l’altro per spirito di ospitalità temporanea riconducibile a ragioni di lavoro, di cura, assistenza, o altro del secondo soggetto. In questo scenario, l’ufficiale d’anagrafe dovrà autorizzare la creazione di due distinte schede anagrafiche, seppur riferite alla medesima unità abitativa, e ciascuno dei due soggetti avrà un proprio esclusivo stato di famiglia.

E può accadere ancora che i due soggetti non dichiarino nulla, l’ufficiale d’anagrafe non ponga alcuna domanda e i due soggetti vengano inclusi, per default, nello stessa famiglia anagrafica.

E’ questa la situazione in cui due soggetti, senza alcun legame affettivo, risultando inclusi nella stessa famiglia anagrafica (quindi nello stesso stato di famiglia) entrano a far parte, di conseguenza, del medesimo nucleo familiare.


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