La garanzia fideiussoria è nulla se la banca concede finanziamenti al debitore principale pur conoscendone le difficoltà economiche e senza chiedere la preventiva autorizzazione al fideiussore

La banca che concede finanziamenti al debitore principale, pur conoscendone le difficoltà economiche, fidando nella solvibilità del fideiussore, senza informare quest'ultimo dell'aumentato rischio e senza chiederne la preventiva autorizzazione, incorre in violazione degli obblighi generici e specifici di correttezza e di buona fede contrattuale.

La mancata richiesta di autorizzazione al fideiussore da parte della banca può essere legittima solo se la conoscenza delle difficoltà economiche in cui versa il debitore principale è nota anche al fideiussore, o dev'essere presunta tale, come nell'ipotesi in cui debitrice sia una società nella quale il fideiussore ricopre la carica di amministratore o della quale è socio.

In particolare, nel caso di fideiussione per obbligazione futura (articolo 1938 codice civile), la garanzia fideiussoria è nulla ogni qual volta il comportamento della banca beneficiaria della fideiussione non sia improntato, nei confronti del fideiussore, al rispetto dei principi di correttezza e buona fede nell'esecuzione del contratto. Il che si verifica quando la nuova concessione di credito sia avvenuta nonostante il peggioramento delle condizioni economiche e finanziarie del debitore principale, sì che possa ritenersi che la banca abbia agito nella consapevolezza di un'irreversibile situazione di insolvenza e, quindi, senza la dovuta attenzione anche all'interesse del fideiussore.

Quello appena riportato è il principio giuridico enunciato dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 16827/16.

10 Agosto 2016 · Ludmilla Karadzic





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