Conto corrente » Qualche espediente per difendersi dal pignoramento ordinario ed esattoriale

Consigli ai debitori per tutelarsi dal pignoramento del conto corrente

Pignoramento del conto corrente, sia esattoriale che ordinario: ecco qualche consiglio pratico per tutelarsi al meglio dai creditori.

Quasi la maggioranza dei consumatori, nel nostro paese, possiede un conto corrente personale.

Essere proprietari di un conto corrente, però, presenta diversi problemi.

In primis, Il fisco, il quale, attraverso il monitoraggio dell’Anagrafe tributaria e dall'Anagrafe dei conti, è in grado di sapere dove abbiamo il deposito, qual è il suo saldo e quali sono le movimentazioni in entrata e uscita.

Così, se non si è in grado di giustificare prelievi e versamenti, si rischia l’accusa di evasione fiscale, con conseguente applicazione di esose tasse e sanzioni.

Ma al peggio non c'è mai fine: il conto corrente, infatti, è trasparente anche ai creditori.

Ad Equitalia soprattutto, che può consultare le citate banche dati per avere un’idea di dove pignorare, ma anche per i creditori privati, i quali utilizzano spessoe la carta delle agenzie investigative.

Una volta individuato il conto corrente personale, lo stesso è facilmente aggredibile con il pignoramento presso terzi.

Per fortuna, esistono degli espedienti che consentono di salvare qualcosina ed evitare, così, di perdere tutto.

Ed allora, ascoltate questi piccoli suggerimenti e fatene tesoro.

Il fido di conto corrente

E' chiaro: non si può disporre il pignoramento su un conto corrente in rosso, che, però, è anche inutilizzabile dal correntista.

Ma c'è una scappatoia: l'apertura di credito, il classico fido, il consumatore ottiene dall'istituto la possibilità di prelevare dal proprio conto, non solo le somme che vi ha depositato, ma anche una somma ulteriore che gli viene prestata di volta in volta dalla banca.

Così facendo, il saldo resta formalmente negativo, ma è un debito autorizzato in anticipo dalla banca. L’importante è non sforare il limite concordato in contratto.

Pertanto, se arriva un pignoramento in banca, il creditore non troverà nulla, nonostante il correntista abbia finora utilizzato liberamente il conto corrente.

Naturalmente non è tutto così rosa e fiori come sembra, perchè, innanzitutto l’apertura di credito viene concessa a chi ha un’attività commerciale o professionale o, comunque, offre idonee garanzie di solvibilità (il fido, infatti, è un prestito a tutti gli effetti).

In più, qualora dovesse intervenire un pignoramento, non si potrebbe più utilizzare il fido, cosicché il conto sarebbe di fatto definitivamente bloccato.

Lasciare il conto corrente in rosso

Un piccolo suggerimento: prelevare quotidianamente i soldi dal conto corrente e poi depositarli in un altro conto. Un altro conto intestato questa volta a un familiare: così, il primo conto sarà sempre vuoto e il creditore non troverà consistenze da pignorare.

Inoltre, il secondo conto corrente conto non potrà mai essere pignorato perché formalmente intestato a un altro soggetto.

Anche qui bisogna stare attenti a prendere qualche precauzione.

E' sempre necessario redigere e firmare una scrittura privata con il soggetto a cui è intestato il conto corrente beneficiari dei versamenti, sia per evitare problemi con il fisco che potrebbe chiedere al familiare da dove provengano tali redditi, sia per escludere che quest’ultimo, un giorno, rivendichi la proprietà delle somme.

Inoltre, portare a zero il conto corrente non salverà i successivi versamenti del datore di lavoro o della pensione.

Questi, infatti, verranno bloccati in automatico dalla banca non appena arriverà il pignoramento, in una misura pari alla somma pignorata.

Pignoramento del conto corrente cointestato - limiti

Su un conto corrente cointestato non può essere disposto il pignoramento totale, ma solo nei limiti del 50%.

Inoltre, nel caso di conto cointestato, Equitalia non può bloccare il 100% conto senza passare dal tribunale e, quindi, senza l’udienza di assegnazione delle somme.

Infatti, il conto bancario o postale cointestato rientra tra i cosiddetti beni comuni indivisi la cui espropriazione può avvenire solo davanti a un giudice il quale è tenuto a controllare la regolarità delle operazioni di divisione.

La diversità di disciplina si giustifica per il fatto che, se Equitalia procedesse secondo la normale riscossione esattoriale, finirebbe per pignorare l’intero conto, il cui 50%, però, appartiene a un soggetto diverso, che non è debitore.

Al contrario Equitalia deve provvedere secondo le norme del codice di procedura civile valide per tutti i pignoramenti presso terzi: ossia con citazione a un’udienza davanti al tribunale. La banca, prima dell’udienza, invierà una lettera al creditore in cui gli indicherà le somme presenti in conto.

A questo punto solo dopo la divisione del bene comune, ossia il conto corrente, il giudice potrà autorizzare l’assegnazione del 50% del conto.

La Corte di Cassazione, inoltre, ha avuto più volte modo di chiarire che nel conto corrente bancario cointestato a più persone, le parti di ciascuno dei debitori e creditori solidali si presumono uguali se non risulta diversamente.

Il conto corrente di riserva presso altro istituto di credito

Possedere un secondo conto corrente permette, qualora intervenga un pignoramento su quello principale, di far affluire tutti i successivi pagamenti in quest’ultimo deposito, lasciando di fatto a secco quello che è stato bloccato.

Naturalmente, è fondamentale che il conto corrente di riserva sia instaurato con un'altro istituto di credito.

Infatti il pignoramento del conto viene notificato alla banca come soggetto unitario, invitandola a bloccare le somme presenti sul conto, qualsiasi esso sia, quindi ogni somma di denaro, crediti, corrispettivi, trattenute, conti correnti, depositi azionari ed obbligazioni, titoli di Stato e qualsivoglia altro bene fruttifero e non, intestato al debitore, fino alla concorrenza del credito pignorato.

Il conto corrente serve esclusivamente al deposito degli emolumenti

Purtroppo, con l'introduzione dell'obbligo normativo che impone di accreditare le pensioni superiori a mille euro in un conto corrente, il creditore può arrivare a pignorare ben oltre il limite di un quinto perché, secondo la giurisprudenza, una volta che le somme sono depositate in banca, confondendosi con gli altri risparmi e ricavi, possono essere pignorate al 100%.

Lo stesso discorso vale per gli stipendi, che ormai vanno pagati quasi sempre con strumenti tracciabili e, quindi, di norma con accredito sul conto corrente.

Per evitare, allora, Equitalia (in questo caso) blocchi tutto lo stipendio non solo il quinto, si deve evitare di movimentare il conto corrente con versamenti diversi da quelli della pensione o dello stipendio.

Infatti si può impedire che Equitalia pignori tutto il conto corrente del pensionato o del dipendente qualora questi riesca a dimostrare al giudice che, all'attivo del conto, vi confluiscono solo la pensione o lo stipendio.

In questo caso, è possibile far applicare la regola generale in base alla quale la pensione o lo stipendio non possono essere pignorati fino al minimo vitale (525,89 euro) e, per la residua parte, solo nei limiti di un quinto.

29 Settembre 2014 · Andrea Ricciardi





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