Visita domiciliare non concordata con il debitore e tutela della privacy – Quali tutele a disposizione del debitore vessato?





Visite domiciliari e contatti telefonici indesiderati dell'agente di recupero crediti





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Vorrei avere un Vostro consiglio su come comportarmi inerentemente ad un problema con un prestito del 2003 del quale ho bloccato i pagamenti, a suo tempo, poichè non erano state conteggiate alcune rate pagate con bollettino anzichè RID e che, nonostante le mie richieste, non sono state reinserite. Successivamente ho avuto dei problemi lavoratrivi a causa dei quali non ho potuto pagare le rimanenti rate.

Nel tempo si sono succedute 3/4 aziende di recupero crediti che, alla mia richiesta di estratto conto cronologico, sparivano. Adesso la pratica è stata affidata a Banca Ifis che mi ha scritto e contattato telefonicamente. Il contatto telefonico non è stato fatto sul mio n. cellulare ma al numero telefonico di casa dei miei genitori, con i quali io non abito più visto che sto nell’appartamento sotto al loro, e già non mi sembra molto corretto.

Venerdì sera si è presentato a casa un loro consulente che ha suonato ai miei genitori, facendosi aprire, e i miei genitori hanno chiamato me. Nel frattempo il consulente era già entrato nel vialetto e io l’ho incontrato lì. Non l’ho fatto entrare in casa e lui ha iniziato a parlare della mia situazione debitoria, lì all’aperto, senza considerare che i miei genitori, la famiglia di mio fratello che abita davanti a me, la mia compagna che non sa nulla di queste cose ed i vicini potessero sentire. A tal proposito ho dovuto dare delle imbarazzanti spiegazioni alla mia compagna ed ai miei genitori che non sapevano nulla.

Il consulente mi ha inviato una email alla quale ho risposto facendogli presente che non si è comportato in modo corretto. Lui ha ribadito, via email, che ha suonato all’unico campanello che c’era e che si è comportato correttamente. In realtà le cose stanno così:
1) i campanelli sono due e ben distinti
2) lui ha parlato al citofono e può averlo fatto solo con i miei genitori visto che il mio appartamento non ha il citofono
3) lui ammette che ha parlato con i miei chiedendo di me.

Secondo voi è stata violata la mia privacy e, nel caso, cosa posso fare per far valere i miei diritti. Secondo voi ho subito un danno morale che può essere risarcito oppure è tutto normale?

La violazione della sua privacy è stata macroscopica: i funzionari delle società di recupero crediti addetti alle visite domiciliari non possono in alcun modo presentarsi a casa del debitore senza il preventivo consenso di quest’ultimo: figuriamoci se possono interagire con parenti, amici e datori di lavoro del debitore stesso.

Può reagire inoltrando una raccomandata AR alla sede della società di recupero crediti (all’attenzione dell’amministratore delegato) in cui diffida dal disporre ulteriori visite domiciliari non concordate, al suo indirizzo. Meglio se riporta, conoscendolo, il nome del funzionario che si è presentato a casa, coinvolgendo i suoi genitori, in aperta violazione di qualsiasi elementare diritto alla privacy del debitore.

Si tratta di una mossa alquanto efficace, anche se potrebbe apparire poco incisiva: per esperienza diretta posso affermare che queste derive comportamentali dei dipendenti addetti al recupero crediti sono osteggiate innanzitutto dai dirigenti responsabili della società, in quanto eventuali segnalazioni da parte del debitore all’Autorità per la tutela della privacy, o a quella giudiziaria, potrebbero dare avvio ad ispezioni della Banca d’Italia e della Prefettura, con conseguenti sanzioni e/o il ritiro della licenza per poter operare nel settore del recupero crediti.

Successivamente, qualora l’episodio dovesse ripetersi, può denunciare l’accaduto con un esposto all’Autorità Giudiziaria presso polizia o carabinieri.

Come ripetiamo da sempre, l’unico modo lecito di contattare il debitore è, per il creditore, quello di utilizzare il servizio postale. La segnalazione della società di recupero crediti a Banca d’Italia e alla Prefettura comporta rilevanti potenziali ricadute, qualora le violazioni venissero accertate: in primis la sospensione dei permessi rilasciati della Questura e necessari agli addetti per svolgere attività di recupero crediti al di fuori della sede societaria.

Bisogna sapere, infatti, che le società di recupero crediti devono consegnare alla Questura, territorialmente competente, copia conforme ed aggiornata dell’elenco degli operatori di cui si servono per svolgere la propria attività extra moenia.

STOPPISH

27 Febbraio 2017 · Annapaola Ferri

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