Successione e debiti dell’erede – Quando la rinuncia all’eredità non risolve

Il creditore può chiedere al giudice l'assegnazione dei beni spettanti per successione al proprio debitore e ai quali egli rinuncia,












A causa del decesso di mio padre si è aperta la successione per ereditare il suo patrimonio, prevalentemente immobiliare: fin ora ancora non abbiamo raggiunto un accordo tra gli eredi e dato che io ho un problema finanziario che vede attivato un recupero crediti fin ora tenuto a bada dal mio avvocato per errori procedurali, vorrei sapere se in questa fase il recupero crediti potrebbe inserirsi nella successione per appropriarsi della mia quota di eredità, in tal caso la mia eventuale rinuncia all’eredità dovrebbe rendere nulla anche la sua potenziale azione , giusto? Grazie mille

E’ proprio la rinuncia all’eredità da parte del debitore erede che farebbe scattare la trappola: parliamoci chiaro, se il debitore accetta l’eredità il suo creditore aggredirà ed esproprierà, fino all’integrale soddisfazione del credito azionato, i beni ereditati dal debitore. E, nel caso in cui, il debitore tergiversasse, il suo creditore potrebbe invocare l’articolo 481 del codice civile, secondo il quale chiunque vi abbia interesse (come il creditore) può chiedere che l’autorità giudiziaria fissi un termine entro il quale il chiamato debitore dichiari se accetta o rinunzia all’eredità: trascorso questo termine senza che il chiamato debitore abbia fatto la dichiarazione, egli perde il diritto di accettare.

Qualora, invece, il debitore rinunciasse all’eredità entrerebbe in gioco l’articolo 524 del codice civile in base al quale, se taluno rinunzia, benché senza frode, a un’eredità con danno dei suoi creditori, questi possono farsi autorizzare ad accettare l’eredità in nome e luogo del rinunziante, al solo scopo di soddisfarsi sui beni ereditari fino alla concorrenza dei loro crediti.

[ ... leggi tutto » ]

13 Marzo 2024 · Annapaola Ferri