Sottrarsi al mantenimento eventualmente fissato dal giudice (e riconducibile a riconoscimento di paternità) con un conto corrente extra UE?






E’ stata avviata nei miei confronti una causa di riconoscimento della paternità che, per come è messa la legge, attualmente non mi concede nessuna facoltà di scelta in merito e mi costringerà a pagare mantenimento, danni, spese legali eccetera.

Sto valutando se prima di farmi stritolare dalla morsa debitoria valga la pena vendere la casa di mia proprietà e bonificare il tutto su un conto extra-Ue per risultare nullatenente e non aggredibile.

Sono a conoscenza dell’esistenza dell’anagrafe tributaria e quindi probabilmente dopo aver fatto un accesso vedranno in quale istituto avevo il conto, i movimenti e quindi il bonifico che ho fatto verso banca estera.

Le mie domande sono:
– dall’anagrafe tributaria vedono solo i conti attualmente attivi? e nel caso quindi lo chiudessi dopo aver effettuato il bonifico all’estero e ne aprissi un altro solo di facciata potrei cavarmela?
– il giudice, immagino, abbia giurisdizione solo in italia e quindi nel caso poi dal conto estero li spostassi in un altro conto estero,magari di un paese limitrofo al primo (sempre extra UE) al massimo potrebbero arrivare al primo (di cui lascerei traccia a causa del bonifico uscente dall’italia) ma da li in poi gli sarebbe molto complicato vero?
– nel caso mi trasferissi a vivere nel paese extra-Ue mi conviene non iscrivermi all’AIRE in modo da non lasciare traccia di dove sono andato?
– suggerimenti in merito?

Sicuramente, attuando il progetto che ipotizza (doppia apertura di conto corrente all’estero) renderebbe pressoché impossibile, ad un creditore, l’escussione, all’estero, dei crediti vantati nei suoi confronti.

Condivido (reputo, anzi, indifferibile) il proposito di alienare la sua proprietà immobiliare che verrebbe sicuramente ipotecata, e poi nel tempo, con l’accumularsi del debito, pignorata e quindi espropriata.

Restando in Italia dovrà tenere in considerazione anche le azioni esecutive cui verrebbe assoggettato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione: dal momento che non vorrà certamente denunciare, nella dichiarazione dei redditi, il secondo conto corrente aperto all’estero, e stante il bonifico effettuato dall’Italia verso il primo conto estero, verrà inevitabilmente fatto oggetto di sanzioni ed accertamenti fiscali.

In ogni caso, in Italia dovrà vivere da nullatenente, il che significa che le sue prestazioni lavorative dovranno essere svolte rigorosamente in nero e non potrà intestarsi veicoli.

Non iscrivendosi all’AIRE, non potrà venire a conoscenza di eventuali atti destinati a lei durante la sua permanenza all’estero, ma la notifica si perfezionerà, correttamente, per compiuta giacenza.

5 Ottobre 2018 · Carla Benvenuto


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