DOMANDA
Mi ritrovo a dover accordarmi con una società di recupero crediti per via di due fatture non pagate ad una società telefonica per un totale di circa 270 euro. Giusto per specificare il credito, per me non dovuto, ho sottoscritto un abbonamento con tariffa + cellulare con un gestore telefonico che poi non mi ha MAI erogato la promozione telefonica che doveva.
Dopo mesi di call center e fax, l’ultimo addetto mi ha spiegato che la mia pratica era stata assegnata, ma non si spiegavano perchè non venisse lavorata. Detto questo, chiamo il call center chiedendo se in caso di cambio operatore telefonico avrei pagato qualche penale e mi conferma che avrei pagato SOLO le restanti rate del cellulare. Dopo un mese doppia fattura dell’operatore, rate + penale.
Detto questo ora sono in contatto con la società di riscossione che ha preso in carico i crediti dell’operatore e mi viene proposto un saldo e stralcio con il 35% in meno della morosità.
Mi mandano il documento “RICHIESTA AUTORIZZAZIONE INCASSO PARZIALE” in cui riportano la dicitura “Si richiede autorizzazione per la definizione con saldo e stralcio ….a fronte di un credito vantato di x euro per un importo di EURO y pari al 35% di morosità concordata” dove però y non è il 35% di x, ma il 65%.
Faccio notare via email questa cosa ma mi viene detto che è corretto. Firmo il documento e lo invio via mail specificando che secondo me è sbagliata la percentuale, che io sto pagando il 65% e il 35% è lo “sconto” che loro mi stanno facendo, e che se ritengono sia corretto possono procedere.
Mi rispondono ringraziandomi di averlo fatto notare e specificando che il modulo “da me firmato” è stato registrato.
Telefonicamente mi era stato detto che avrei dovuto aspettare la conferma di Telecom (nel modulo che ho firmato c’era firma della società, firma e accettazione mia che ho compilato e firma e accettazione dell’operatore telefonico in bianco). Non si sono fatti sentire, li ho richiamati e mi ha risposto una ragazza che non seguiva la mia pratica dicendomi, dopo aver controllato, che non avevano ricevuto nessuna risposta da Telecom.
Dopo circa mezz’ora mi chiama l’impiegata che stava seguendo la pratica dicendomi che non dobbiamo aspettare l’autorizzazione, che si è sbagliata quando mi ha spiegato il tutto e che anche la sua collega si era sbagliata. Ho detto che mi sarei informato se è vero che è così perchè io non ho nessun documento confermato da Telecom e mi ha detto che mi avrebbe mandato il documento di “Procura” che hanno da Telecom.
A me tutta questa storia non mi convince, volevo sapere se dopo aver mandato un modulo di “Richiesta autorizzazione incasso parziale” tramite agenzia recupero crediti, se bisogna attendere la risposta da Telecom o se sono autorizzati a fare tutto loro. Anche perchè nel documento che mi hanno richiesto da firmare, c’è una sezione con “Data e firma per accettazione” dell’operatore telefonico, ma è bianca.
RISPOSTA
Le cose sembrano essere andate secondo lo scenario che andremo adesso a tratteggiare: la società di recupero crediti, che ha contattato il debitore, agisce per conto di TIM (ex Telecom), ed ha una procura pro solvendo per trattare ed accettare direttamente (senza obbligo di autorizzazione da parte del creditore mandante) rimborsi a saldo stralcio fino ad un certo limite di sconto: in particolare, per quel che qui ci interessa, per uno sconto del 65% sull’importo dovuto sarebbe stata necessaria l’accettazione di Telecom; per uno sconto del 35% sul debito nominale, tale autorizzazione non serve.
L’addetto alla pratica, in un primo momento, ha ritenuto di aver applicato al debitore uno sconto del 65% sul debito nominale, richiedendo la sottoscrizione del modulo da rigirare a Telecom per il consenso all’accordo transattivo intervenuto fra la società mandataria e il debitore. In un secondo momento si sono accorti, invece, che lo sconto praticato al debitore era in realtà del 35% soltanto, e quindi non si rendeva necessaria alcuna autorizzazione da parte di TIM al perfezionamento dell’accordo.
Per gli importi in gioco, improbabile che si tratti di una truffa: ad ogni buon conto, prima di pagare, si faccia inviare dalla società mandataria copia della procura e contatti poi la TIM per chiedere se il contratto di mandato al recupero crediti con quella società è ancora in corso.
Sarebbe vieppiù tutelato se riuscisse ad ottenere che l’importo pattuito a saldo stralcio fosse versato su un conto corrente intestato a TIM.
1 Luglio 2020 - Ludmilla Karadzic
Clicca qui per visualizzare i contenuti correlati