Ricatto del figlio » Vuole soldi per alienare una casa di sua proprietà e consegnare il ricavato della vendita ai genitori

Donazione












Nel 2013, io e mio marito, per problemi con banche abbiamo intestato nostra casa bifamiliare ai due figli (un appartamento ciascuno): ora abbiamo deciso di vendere casa (vendono i figli per noi), in quanto oberati dai debiti (col ricavato compreremmo un ppartamento).

SOLO il figlio maggiore ci ricatta, e tramite avvocato ci fa sapere che viene a firmare purchè gli sia accordato un importo do 270 mila euro (a voce avvocato).

Se diamo soldi ad uno poi l’altro li chiederà anche lui, prima o poi

RITENETE CHE SIA UN REATO? (alla luce sentenza 44098/2016 cassazione), e comunque cosa ne pensate e cosa dobbiamo fare (denuncia ai carabinieri con procedimento d’ufficio?)

Senza entrare nel merito della sentenza citata, che, oltre a non rilevare, sembrerebbe anche poco pertinente (la sola sentenza da noi individuata con key di ricerca 44098/2016, in ambito penale, riguarda un furto di cellulare in un pubblico ufficio) bisogna, purtroppo, osservare che, in questa penosa vicenda, l’unico reato penale che sembrerebbe emergere è quello relativo ad un tentativo di estorsione perpetrato ai danni del figlio dai suoi genitori, i quali pretenderebbero che il figlio, legittimo proprietario dell’immobile, lo alienasse e consegnasse a loro il ricavato della vendita.

Si tratta di una dinamica tutta familiare, che nell’ambito familiare dovrebbe essere circoscritta: ma se poi si comincia a cianciare di denunce e di reati perseguibili d’ufficio, allora è necessario mettere i puntini sulle i. Peraltro, avrebbe dovuto rappresentare un campanello d’allarme la circostanza che un avvocato non avesse avuto remore a trattare per il proprio assistito, anche se solo a voce (ma credo egli fosse pienamente consapevole del rischio di intercettazione o di registrazione della conversazione): in effetti, l’avvocato ha sondato il terreno circa possibilità di consegnare agli estorsori solo la parte eccedente i 270 mila euro del ricavato della vendita. In altre parole, egli stava trattando uno sconto della somma pretesa dagli estorsori.

Per dirla in parole povere e chiare: in questa storia, agli occhi della legge, i ricattatori sono i due genitori, mentre il ricattato è il figlio.

Decorso il termine prescrizionale di una possibile revocatoria della donazione i donanti vorrebbero indietro quanto donato: ma capita, come in questa circostanza, che il marchingegno si inceppi e non funzioni. Bisognerà farsene una ragione.

[ ... leggi tutto » ]

9 Gennaio 2019 · Ludmilla Karadzic