A seguito della scoperta di alcune somme riscosse indebitamente da un erede e non menzionate nell’inventario é opportuno far riaprire quest’ultimo menzionandole ai fini anche di una causa di richiesta di restituzione delle stesse nell’asse ereditario?
La richiesta di un’azione di riduzione dell’eredità da parte dell’erede che vi abbia interesse – il quale rivendichi l’assegnazione della quota a lui spettante relativamente ai crediti del defunto, indebitamente riscossi da un altro coerede – porterà, inevitabilmente, se accolta, anche alla revisione del valore massimo dei debiti del defunto di cui risponderà il coerede che abbia accettato con beneficio di inventario.
Non solo: qualora l’erede, che abbia indebitamente riscosso le somme non menzionate nell’inventario che avrebbero dovuto far parte dell’attivo ereditario, avesse accettato l’eredità con beneficio di inventario egli decadrebbe dal beneficio ai sensi dell’articolo 494 del codice civile, in base al quale decade dal beneficio di inventario l’erede che ha omesso, in mala fede, di denunciare nell’inventario beni appartenenti all’eredità.
Quanto sopra, oltre, naturalmente, alla condanna alla restituzione, all’attivo ereditario, delle somme indebitamente riscosse a danno degli altri coeredi.
Anche l’erede che avesse accettato con beneficio di inventario, pur conoscendo i crediti vantati dal defunto e non inseriti nell’inventario, perderà il beneficio. Altrimenti il coerede accettante l’eredità beneficiata risponderà esclusivamente fino al valore dei beni a lui assegnati in sede di divisione ereditaria secondo la nuova ripartizione conseguente alla integrazione, nell’inventario, delle somme indebitamente riscosse dal coerede scorretto.
19 Agosto 2023 · Michelozzo Marra
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