Registro cattivi pagatori telefonia Simoitel – Come possono difendersi i consumatori?


Cattivi pagatori telefonia – Simoitel





Ho letto sul vostro blog dell’introduzione di un registro dei cattivi pagatori anche per quanto riguarda la telefonia mobile, il famigerato Simoitel: dato che qualche tempo fa ho abbandonato un gestore, passando ad altro, evitando di pagare dei conti in sospeso, sono un po’ preoccupato.

Adesso mi verrà impedito di sottoscrivere nuovi abbonamenti?

Cosa posso fare?

Ne avevamo parlato recentemente in questo intervento, della nuova trovata degli operatori per trarre vantaggio da un mercato che assomiglia sempre di più ad una giungla: parliamo di Simoitel (Sistema Informativo sulle morosità Intenzionali nel settore della telefonia), il nuovo registro dei cattivi pagatori per gli utenti telefonici.

Si tratta di un elenco nel quale dovrebbero essere individuati i clienti che, approfittando della facile portabilità del numero telefonico verso nuovi operatori, lasciano la vecchia compagnia senza pagare i conti in sospeso e magari trattenendo lo smartphone abbinato al piano tariffario.

Le intenzioni di questo registro dei cattivi pagatori nella telefonia sembrerebbero quindi del tutto apprezzabili: non sono sicuramente assecondabili i comportamenti speculativi di quei (pochi) consumatori che passano le loro giornate a migrare da un operatore all’altro lasciando le bollette insolute.

Insomma, nessuno discute la ratio di Simoitel, che è quella di evitare alle aziende di doverci rimettere dei quattrini per colpa di chi passa allegramente da un operatore all’altro senza saldare i debiti (anche perché questa situazione ricadrebbe alla lunga sulla collettività che si vedrebbe alzare i prezzi).

Però, sembra evidente il rischio che questa procedura si presti come spesso accaduto in passato alle furbizie delle Compagnie.

Da un lato, non si può che essere preoccupati del proliferare di nuove black-list ad uso e consumo delle aziende: c’è la possibilità che queste liste di cattivi pagatori siano utilizzate per fare indebite pressioni sui consumatori o ancor peggio per avere un vasto elenco di persone verso i quali poter aumentare i prezzi delle tariffe.

Di tutto ciò è ben consapevole il Garante della Privacy che infatti è intervenuto sul Simoitel per definire alcuni “paletti” necessari ad evitare strumentalizzazioni: i criteri previsti dal Garante sono in effetti stringenti e dovrebbero evitare, almeno nelle intenzioni, il rischio di mettere nel calderone anche qualche malcapitato che è semplicemente in ritardo con il pagamento di una bolletta (magari per colpa di Poste Italiane che l’ha recapitata in ritardo) o peggio non sta pagando perché ha contestato alcuni costi addebitati ingiustamente.

Si prevede infatti, che per l’iscrizione nella banca dati ricorrano alcune condizioni:

  • il recesso dal contratto dovrà essere avvenuto da non meno di tre mesi (tempo ritenuto idoneo per saldare eventuali posizioni pendenti);
  • l’importo dell’insoluto deve ammontare ad almeno 150 euro;
  • le fatture non pagate devono riguardare i primi sei mesi di contratto.
  • non si può iscrivere un consumatore che ha altri rapporti contrattuali in abbonamento attivi e regolari nei confronti dello stesso operatore.

Tutte regole assolutamente condivisibili (si pensi che, a fronte del pagamento del debito, la banca dati è obbligata a cancellare il nominativo del moroso entro una settimana), ma che andranno rispettate per evitare che Simoitel, il registro dei cattivi pagatori nella telefonia, diventi una catastrofe per la collettività dei consumatori.

Questo scetticismo risale al fatto che la scorrettezza di questo settore è stata già certificata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che la scorsa estate ha sanzionato Tim, Vodafone e Wind Tre proprio per pratiche commerciali scorrette riguardanti il Simoitel.

Sebbene il registro dei cattivi pagatori della telefonia non fosse ancora attivo, gli operatori erano soliti minacciare gli utenti di iscriverli alla banca dati prefigurando problemi con il mutuo pur di spingerli a saldare debiti ed importi insoluti di entità più o meno cospicua.

Se a ciò aggiungiamo che a gestire il sistema sarà il Crif, che oggi è la centrale operativa che si occupa dei cattivi pagatori, e che le compagnie telefoniche hanno ottenuto, grazie ad una intensa attività di lobby parlamentare, una legge che consente loro di accedere proprio ai dati delle sofferenze dei mutui, ecco che si aprono scenari decisamente preoccupanti.

Ci avviciniamo ad una schedatura di massa che al giorno d’oggi, nella società dei dati, è il più grande pericolo.

Va detto, comunque, che per tutti i clienti iscritti al Simoitel, sarà sempre comunque possibile richiedere una prepagata!

Ed allora si affaccia un altro dubbio: forse le compagnie, almeno per alcune categorie di clienti, hanno l’obiettivo di spostare i contratti in questa direzione?

27 Marzo 2019 · Patrizio Oliva


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