Recupero crediti per un prestito non rimborsato – Quali sono i margini di sconto in un negoziato a saldo stralcio?

Accordo transattivo a saldo stralcio, recupero crediti












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Sono coobbligato in un finanziamento e il titolare del prestito non riesce più a pagare le rate peché ha perso il lavoro: sono state pagate diverse rate e l’assicurazione non è entrata in azione per cui, a questo punto non siamo più in grado di pagare, e una società di recupero crediti per conto di AGOS DUCATO (la finanziaria che ha concesso il prestito) chiede di arrivare ad un concordato scontando l’importo del saldo finanziato da restituire, chiedendo al coobbligato garante (che sono io che scrivo) di sottoscrivere le cambiali allungando i tempi di restituzione e abbassando l’importo mensile delle rate.

L’importo riuscirei a pagarlo, ma vorrei sapere se posso negoziare ulteriormente il saldo stralcio e fino a che margini. L’importo da restituire è di circa 15.000 euro . quale percentuale posso negoziare? Mi hanno scontato solo 3000 euro sull’importo dovuto, per cui, praticamente, dopo aver pagato 10 rate iniziali mi ritroverei a pagare come se non avessi mai versato le rate perché si tratta solo di interessi. Chiedo pertanto fino a quanto posso tirare sull’abbattimento dell’importo da restituire? Ci sono margini? Considerando che ho già il pignoramento dello stipendio, ho la casa ipotecata e non possiedo altri beni. Cioè sono forte del fatto che la società di recupero crediti non aggredirebbe i miei beni in quanto già erosi e quindi cosa posso spuntare?

Non esiste un margine di sconto da poter quantificare per la situazione descritta: possiamo solo confermare che – ipotizzando che il titolare del prestito (debitore principale) non disponga attualmente di beni aggredibili (stipendio, pensione, immobili, depositi in conto corrente) e il debitore coobbligato garante si ritrovi con uno stipendio già pignorato per debiti ordinari, la casa già ipotecata e pochi risparmi in conto corrente – si potrebbe giocare ad un ribasso consistente, mettendo nel conto che il creditore, qualora decidesse di adire il giudice per il pignoramento della retribuzione del coobbligato garante, prima di vedere un centesimo, dovrebbe attendere l’estinzione del debito per cui è in corso l’azione esecutiva.

Quindi, l’entità dello sconto è demandata alla capacita di bluff del debitore coobbligato garante: se, alla fine della trattativa, il creditore non accettasse la proposte ultimativa del debitore garante coobbligato e decidesse di andare a vedere le carte in mano alla controparte (ovvero decidesse di rivolgersi al giudice), il massimo che potrebbe capitare al debitore garante coobbligato sarebbe vedersi prolungato il prelievo del 20% dallo stipendio (come sappiamo il secondo creditore ordinario procedente deve accodarsi all’estinzione della precedente obbligazione per ottenere il rimborso, dal momento che sullo stesso stipendio non possono insistere contemporaneamente due pignoramenti per la medesima tipologia di credito azionato). Una condizione ideale per trattare un saldo stralcio conveniente: il debitore coobbligato garante ha in mano il coltello dalla parte del manico, e può spuntarla sul creditore disarmato, solo a saper sfruttare il considerevole vantaggio.

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3 Dicembre 2020 · Carla Benvenuto

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