Sbagliare è umano, perseverare è diabolico: il Reddito di Cittadinanza è stato revocato (non sospeso) proprio perché il richiedente ha basato la domanda di accesso al beneficio su una Dichiarazione Sostitutiva Unica mendace dal momento che un soggetto di 25 anni che non produce reddito adeguato, non è coniugato e non ha figli riconosciuti fa sempre parte del nucleo familiare dei propri genitori, anche se risiede in un luogo diverso da quello in cui risiedono i propri genitori.
Non si può risolvere il problema derivante dall’aver perpetrato un reato, rendendo una dichiarazione mendace: la circostanza che, al momento, chi ha percepito indebitamente (senza averne alcun diritto) il beneficio del Reddito di Cittadinanza (RdC) non abbia un reddito o un conto corrente intestato con saldo diverso da zero e capiente per la restituzione dell’indebito percepito, non esclude che nel prossimo futuro il soggetto oggi nullatenente, possa un domani acquisire reddito ed accumulare risparmi.
L’INPS non dovrebbe poter escutere i componenti del nucleo familiare di appartenenza del soggetto che ha sottoscritto la Dichiarazione Sostituiva Unica mendace, ottenendo un ISEE non veritiero, tuttavia sarà la giurisprudenza a stabilire se anche i componenti del nucleo familiare del percettore RdC non avente diritto (i genitori, nella fattispecie) potranno essere chiamati a restituire l’indebito in modo solidale, come afferma l’INPS.
26 Novembre 2022 · Roberto Petrella