Possibile rivalsa su beni di mia madre per debiti esattoriali di mio padre

Se il regime adottato con il matrimonio è di comunione dei beni, AdER potrebbe disporre il fermo sui veicoli intestati al coniuge non debitore












Io, mamma e papà siamo conviventi, appartengo allo stesso nucleo familiare, i miei sono sposati in comunione dei beni, così mi hanno detto, ma non è sicuro al 100% e mio padre ha debiti con cassa professionisti e Agenzia delle Entrate Riscossione (AdER) per debiti iscritti a ruolo per un ammontare di 150 mila euro: lui ha solo una pensione di invalidità. Casa dove abitiamo intestata a me da parte del nonno paterno. Mia madre casalinga ha intestate (acquistate tramite finanziamenti accesi da me) due auto usate di modico valore e un c/c personale no cointestato.

Mi chiedo se possa essere disposto il fermo amministrativo dei mezzi intestati a mamma per debiti esattoriali di papà oppure un pignoramento del c/c di mamma e/o dei beni mobili alla residenza. Inoltre mia madre ha un pezzo di terra donato per via diretta da mio nonno materno.

Se il regime patrimoniale adottato con il matrimonio è di comunione dei beni, Agenzia delle Entrate Riscossione potrebbe disporre il fermo amministrativo sui veicoli intestati al coniuge in comunione dei beni: infatti l’articolo 86 (fermo dei beni mobili registrati) del DPR 602/1973 dispone che la procedura di iscrizione del fermo di beni mobili registrati é avviata dall’agente della riscossione con la notifica al debitore o ai coobbligati iscritti nel Pubblico registro automobilistico.

Per evitare dubbi, va chiesto l’estratto del certificato di matrimonio al Comune dove sono state celebrate le nozze: se sull’atto non sono riportate annotazioni, vuol dire che i coniugi sono sposati in regime di comunione legale dei beni. In questo caso converrà trasferire la proprietà dei veicoli ad altro familiare.

La cosa più grave della situazione illustrata è che, in caso di comunione dei beni e premorienza del coniuge debitore, una rinuncia all’eredità potrebbe essere non sufficiente per evitare l’accollo dei debiti a carico del coniuge superstite non debitore (almeno per un 50% dell’importo complessivamente ascritto al coniuge deceduto). Anche considerando che l’attuale giurisprudenza è orientata a considerare le somme risparmiate dal coniuge professionista nel versamento di contributi previdenziali e imposte sul reddito, come finalizzate a soddisfare le esigenze della famiglia.

Ma nessuna paura: il problema si pone se, e solo se, sua madre non risulta essere nullatenente. Tuttavia, sarebbe buona cosa se i figli (o meglio tutti i chiamati) rinunciassero all’eredità in occasione del decesso di ciascuno dei due genitori.

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1 Settembre 2022 · Giorgio Martini