E’ passato parecchio tempo e ne sono state dette e promesse tante, ma ancora non si è visto nemmeno un centesimo di rimborso per la fatturazione, illecita, a 28 giorni, al posto della classica mensile, disposta dalle compagnie telefoniche, a danno dei consumatori, per un breve tempo.
Mi avevano detto che entro fine Marzo 2019 si sarebbe mosso qualcosa: a che punto siamo?
La telenovela riguardante la battaglia tra consumatori e giganti delle telecomunicazioni sembra non avere fine: la decisione del Consiglio di Stato sui rimborsi da disporre ai consumatori per i giorni ingiustamente erosi sulla bolletta, slitta ancora.
Ripassiamo brevemente: il Consiglio di Stato aveva congelato i rimborsi, confermati dal Tar del Lazio, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, che a novembre aveva confermato l’obbligo di restituire agli utenti i giorni erosi in bolletta, mentre aveva annullato le sanzioni comminate dall’Antitrust per le garanzie nelle comunicazioni verso Tim, Vodafone, Fastweb e WindTre per il mancato rispetto dell’obbligo di cadenza mensile delle fatturazioni
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Ad oggi, però non è ancora arrivata la pubblicazione integrale delle motivazioni: mancano quelle della sentenza relativa a Tim.
Palazzo Spada, dunque, si è trovato nella condizione di non poter confermare i rimborsi, nonostante avesse indicato la scadenza del 31 marzo per la decisione finale.
A questo punto, il Consiglio di Stato– ha rinviato la decisione riguardante tutti i rimborsi (anche relativi a Wind 3, Vodafone e Fastweb dei quali sono note le motivazioni del Tar, a fine maggio 2019.
La vicenda dunque slitta ancora in avanti.
La nuova attesa solleva le proteste delle associazioni consumatori.
La giustizia continua a non funzionare, assecondando la politica dilatoria delle compagnie telefoniche, che si arrampicano sui muri e sugli specchi pur di rinviare il sacrosanto rimborso agli utentii.
Oltre 10 milioni di italiani attendono da mesi i rimborsi cui hanno diritto per aver subito le illegittime bollette a 28 giorni che hanno prodotto un illecito rincaro delle tariffe.
Dai tribunali arrivano però sentenze contrastanti e continui rinvii delle decisioni che gettano caos nella vicenda e avvantaggiano unicamente le compagnie telefoniche, permettendo loro di non corrispondere i rimborsi che secondo l’Agcom sono dovuti agli utenti.
Attendiamo ora di leggere le motivazioni del Consiglio di Stato e sulla base di quelle valuteremo le azioni da intraprendere a tutela dei consumatori italiani.
20 Marzo 2019 · Patrizio Oliva
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