Danno da vacanza rovinata – Come far valere i propri diritti?
Entro 10 giorni dal rientro, nel caso di difformità o disservizi, notificare un reclamo con richiesta di rimborso al tour operator
Ho acquistato, tramite un tour operator, un pacchetto All Inclusive presso un villaggio turistico in Puglia, con accessibilità per persone con ridotta mobilità: al contrario, purtroppo, il bagno e tutta la struttura non era accessibile ed il personale totalmente impreparato nell’accogliere le persone con disabilità.
Come posso fare per far valere i miei diritti?
Sono numerosissimi i casi di vacanza rovinata per colpa di sistemazioni alberghiere che non rispettano le aspettative dei clienti, ritardi dei mezzi di trasporto e altri numerosi disservizi (come ad esempio la perdita del bagaglio, fino ad arrivare a vere e proprie truffe per le case vacanze).
In generale, in caso di pacchetto turistico, ecco cosa fare in caso di vacanza rovinata:
- entro 10 giorni dal rientro, nel caso di difformità o disservizi, formalizzare un reclamo con richiesta di rimborso a mezzo lettera raccomandata a.r. indirizzata all’agenzia di viaggi, al tour operator;
- conservare, in ogni caso, il catalogo, la documentazione di viaggio e la documentazione comprovante l’eventuale inadempimento del tour operator.
Questa, come detto, è stata un’estate particolare ancora una volta a causa della pandemia Covid-19.
Se le vacanze nell’estate 2021 sono annullate a causa di restrizioni comunitarie negli spostamenti o alla decisione di altri Paesi stranieri di precludere l’ingresso ai turisti, il consumatore ha diritto al rimborso o a un voucher.
Se invece è il consumatore a decidere di non partire perché ha cambiato idea o non si sente sicuro, pur non essendoci restrizioni e passati i termini per la disdetta, la controparte (che sia una compagnia di trasporti, un tour operator, un albergo o altro) non è tenuta a riconoscere alcun rimborso, voucher o compensazione di altro tipo. Conviene in ogni caso comunicare per iscritto l’annullamento e se necessario chiedere l’aiuto dei nostri esperti.
Diverso naturalmente è il caso del consumatore che non può partire perché è in quarantena o in isolamento fiduciario (trattandosi di motivazioni equiparabili ad un impedimento dovuto alla malattia): in questo caso consigliamo di inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno alla compagnia o all’albergo spiegando la situazione, allegando il certificato medico che attesta la malattia o la quarantena e chiedendo il rimborso del biglietto.
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8 Settembre 2021 · Giovanni Napoletano