Crisi e aumenti generalizzati – Quanto costa mantenere un’auto?


Secondo l'annuario ACI, la spesa per l’auto, nel 2021, è cresciuta del 16,2%, rispetto al 2020





Ormai acquistare un’autovettura nuova è diventato proibitivo, anche per modelli base come una Panda, ad esempio, si va a spendere più di diecimila euro: per non parlare dei modelli ibridi ed elettrici, lontani dalla nostra portata.

Cosa fare?

Non sarà più uno status symbol come una volta, ma gli italiani dell’automobile privata continuano a non poterne fare a meno, soprattutto dopo la pandemia: lo dicono i dati, che testimoniano un utilizzo dell’automobile superiore di circa il 60% rispetto al gennaio 2020.

L’acquisto di auto nuove però sta vivendo la crisi peggiore dagli anni 70 e quindi la crescita del parco circolante si spiega solo con il massiccio ricorso per gli spostamenti a veicoli vecchi.

Insomma, una sorta di “effetto Cuba”.

Secondo l’Aci nel 2021 l’età media delle auto è cresciuta a 12 anni e 2 mesi (4 mesi in più rispetto al 2020) e le euro 0-1-2 (che hanno almeno 19 anni) sono poco meno di 1 su 5 (il 18% circa del totale).

Perché questa situazione? Certamente un ruolo importante lo gioca la penuria di auto nuove in vendita, vista l’attuale carenza di microprocessori e di materie prime fondamentali per l’industria automotive, ma a frenare l’acquisto è soprattutto l’aumento del costo di un’automobile privata. E non solo nuova. Ora, con la carenza di prodotto, anche usata.

Certo il “caro auto” non è una novità: il trend è cresciuto di pari passo con la presenza sempre più elevata dell’elettronica e dei sistemi di sicurezza alla guida a bordo.

Ma, con la pandemia, la guerra, il lockdown della Cina e il prezzo dei carburanti alle stelle, la situazione si è ulteriormente aggravata.

Dall’ultimo Annuario Aci si evince che nel 2021 la spesa per l’auto è cresciuta del 16,2%, superando di poco 144 miliardi di euro: circa 20 miliardi in più rispetto al 2020. La spesa maggiore (41mld) è rappresentata da acquisto e quota di ammortamento, in aumento del 9,1%. Seguono carburante (39 mld), che registra l’aumento maggiore (+33,3%), e manutenzione e riparazione (25 mld), in rialzo del 17,4%. In sostanza nel 2021 la spesa media sostenuta per utilizzare l’auto risulta di circa 3.600 euro, in aumento di circa 500 euro (+15,9%) rispetto al 2020.

In crescita anche la componente fiscale, che ha prodotto un gettito totale di poco meno di 62 miliardi di euro (+17% rispetto al 2020). Qui l’entrata maggiore per l’erario è ancora quella derivata dalla vendita dei carburanti (34,7mld); seguita dall’IVA per acquisto veicoli (7,4mld) e dalla tassa automobilistica (6,5mld).

Secondo un’indagine dell’Osservatorio Compass di Mediobanca, sono proprio i consumi di carburante (66%) il primo driver nella scelta d’acquisto dell’auto, seguito dai costi di mantenimento (54%).
A questo proposito una ricerca di Autopromotec evidenzia che nel 2021 in Italia la ripresa della mobilità sulle lunghe percorrenze dopo il lockdown ha portato anche un incremento rilevante della spesa per i pedaggi autostradali di autovetture, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus (cresciuta del 23% a 6,1 miliardi di euro) e per gli pneumatici (cresciuta del 16,5% a 2,4 miliardi).

Al varco c’è poi l’aumento del costo dell’Rc auto.

Secondo un’analisi di Boston Consulting Group (Bcg), una delle principali preoccupazioni in Europa è la crescente inflazione del costo dei sinistri nel ramo auto. Dall’inizio della pandemia un sinistro è aumentato in media del 4% all’anno e nel corso del 2022 si prospetta un ulteriore aumento dal 5 al 7 per cento. In Italia in particolare è attesa quest’anno una crescita del costo medio del sinistro compresa fra il 4,5% ed il 7%, contro il 2,4% nel 2021 e meno del 2% negli anni precedenti.

E infatti secondo l’Osservatorio Facile.it da gennaio ad aprile 2022 il premio medio Rc auto, pur con prezzi ancora lontani dal periodo pre-Covid, è aumentato del 3,7%, arrivando a 443,07 euro. Ad aggravare il tutto ci sono poi le ultime previsioni degli analisti, che immaginano una penuria di nuove automobili perdurante non solo per tutto il 2022 ma anche per gran parte del 2023, con conseguente impennata dei prezzi.

Quindi, ‘l’effetto Cuba’ sulle strade italiane sembra destinato a durare.

14 Giugno 2022 · Patrizio Oliva


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