Cosa posso fare di fronte a una situazione così assurda ?

Lasci stare la natura della società, la responsabilità limitata dei soci e la vetustà del debito.












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Volevo chiedere come posso difendermi di fronte a una situazione così assurda:

19 anni fa ero amministratore di una srl che però non andava bene, per cui è stato deciso di chiuderla.

E’stata messa in liquidazione e dopo aver chiuso ogni pendenza si è provveduto alla chiusura. Qualche mese dopo mi sono trasferito negli Stati Uniti dove sono rimasto per 12 anni. Sono poi ritornato in Italia per motivi familiari.

Qualche anno fa mi è arrivata a casa una cartella esattoriale in cui mi si impone di pagare le tasse di iscrizione di quella srl alla camera di commercio; rispondo alla richiesta facendo presente che la società non esiste più da tempo e che la richiesta era presumibilmente frutto di un errore.

La risposta dell’ente è stata che si riconosce l’effettiva cessazione della ditta (la definiscono ditta cessata), ma che non risulta cancellata dal registro imprese.

Essendo passati quasi vent’anni, la mia ricerca si è dimostrata difficilissima, essendo il commercialista delegato ad effettuare la cancellazione, ormai andato in pensione da anni (era già 60enne all’epoca…) i soci della srl non sono più reperibili, i documenti contabili ormai non più recuperabili, quasi tutti gli atti ormai prescritti, ecc.

La risposta dell’impositore è stata massimamente intransigente, infischiandosene dell’enorme tempo trascorso, quasi fosse al servizio della norma più che del cittadino.

Vorrei sapere come ovviare alla situazione, senza ricorrere a dispendiose e costose istanze.

Vorrei inoltre sapere cosa rischio io personalmente, visto che l’azienda era una srl ed il capitale ormai non è in essere da quasi 20 anni.

Lasci stare la natura della società, la responsabilità limitata dei soci e la vetustà del debito. C’è una cartella esattoriale a suo nome, mai impugnata. Anche l’eventuale prescrizione del credito avrebbe dovuto essere fatta valere nei termini, con un ricorso.

Nessuno leggerà le sue ragioni. Hanno valenza umana, ma non legale; e la legge, quasi sempre, ha poco di umano, come ci insegna Kafka. Da chiunque, a cui lei si rivolgerà, avrà risposte al servizio della norma, come lei giustamente osserva. A cominciare da me, che gliene devo fornire una affidabile ed asettica, non condita da facile, ipocrita e gratuita comprensione e partecipazione alla “assurda vicenda” di cui si dichiara vittima. Del resto, è pur vero che nessuna persona seria può generosamente disporre dei crediti vantati dalla PA.

Pertanto, o paga il debito oppure verranno probabilmente esperite azioni esecutive sui beni di proprietà in Italia.

Se in Italia non ha beni, tanto di guadagnato. Dimentichi pure questa storia.

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12 Febbraio 2012 · Ludmilla Karadzic

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