Coronavirus: voucher al posto dei rimborsi per viaggi annullati? – Interviene l’Agcm


DOMANDA

Avevo prenotato un viaggio all’estero per Maggio 2020, che è dovuto essere annullato a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus: per recuperare qualcosa il tour operator mi ha proposto un voucher da riutilizzare.
In questo periodo, però, ho paura a viaggiare, e vorrei optare per un rimborso totale.
E’ possibile?


RISPOSTA

L’Antitrust cerca di dare un taglio ai voucher come unico strumento di rimborso per tutti i voli cancellati a causa del Coronavirus: L’Autorità ha infatti pubblicato una segnalazione, nei confronti di Parlamento e governo nella quale boccia l’articolo 88 bis della legge 27 del 2020, quella che ha cioè convertito in legge il Cura Italia.
Una norma che, a questo punto, ha i giorni contati.
Nel famigerato 88 bis, già finito nel mirino di tutte le associazioni di consumatori, lo Stato dà alle compagnie di trasporti la possibilità di non rimborsare i clienti cui è stato cancellato un viaggio.
Le compagnie possono emettere un voucher dello stesso importo del biglietto, da usare entro un anno, e al quale il cliente non si può opporre.
L’idea di imporre i buoni anziché ridare i soldi ai clienti non è solo italiana.
Ed è il frutto della crisi senza precedenti che stanno affrontando le società di trasporti, in particolare le compagnie aeree.
Ma l’argomento di Antitrust è semplice: la legge italiana è in contrasto con la normativa europea, che prevede – in questi casi – possibilità di scelta tra rimborso e voucher.
E a rinforzo della sua tesi ricorda come la stessa Commissione europea, pochi giorni fa avesse inviato ad alcuni Stati membri (tra i quali l’Italia) la raccomandazione di non imporre i voucher, ma di rispettare la possibilità di scelta.
L’Autorità ribadisce quanto detto dall’esecutivo europeo: per invogliare i clienti ad accettare i voucher, la “pistola alla tempia” non è una buona idea, bisogna renderli più appetibili. Assicurandoli dal rischio di fallimento di tour operator o vettori; rendendoli cedibili a parenti e amici e, soprattutto, garantendo il rimborso nel caso in cui non vengano utilizzati.
Ma al di là dei consigli e delle raccomandazioni, il ceffone di Antitrust alla legge italiana è in queste parole: A fronte del permanere del descritto conflitto tra normativa nazionale ed europea”, l’autorità “interverrà per assicurare la corretta applicazione delle disposizioni di fonte comunitaria disapplicando la normativa nazionale con esse contrastanti.
Tradotto: chi continuerà a imporre i voucher, troverà davanti a sé le barricate.


29 Maggio 2020 - Andrea Ricciardi


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