Cartella esattoriale mai notificata – Perchè devo pagare 400 euro di sanzioni per ritardato pagamento?


Notifica cartella esattoriale





Ieri ho ricevuto una cartella esattoriale riguardo una somma dovuta nei confronti dello stato relativo all’anno 2014 (si tratta del tfr, secondo i calcoli devo 1200 euro), e fin qui tutto giusto: purtroppo mi addebitano altri 400 euro per non averla pagata prima, avendo ricevuto la notifica per compiuta giacenza nel luglio del 2018.

Lo so che la parola di un cittadino in regola in Italia conta meno di quella di un criminale, ma sono certissimo di non aver mai, e dico mai, ricevuto o visto alcuna lettera, né tagliandino nel luglio del 2018 che mi avvisasse di tale pagamento.

Posso fare qualcosa? E’ giusto dover pagare una sanzione per un conto da saldare di cui non sapevo, né potevo sapere, della sua esistenza?

Non si tratta di un’infrazione al Codice della strada, nè di un bollo auto: qui si tratta di un debito il cui sottoscritto non poteva nemmeno immaginare esistesse.

Per evitare di pagare la sanzione per ritardato pagamento deve dimostrare all’ente creditore (INPS) che l’avviso di addebito (relativo alla accertata debenza di 1200 euro) non le è stato mai notificato. Per fare questo deve recarsi all’INPS e chiedere, con accesso agli atti, il rilascio di copia della relata di notifica relativa all’avviso.

Qualora emergesse un incontestabile vizio di notifica, potrà procedere con ricorso amministrativo in autotutela presso l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale finalizzato allo sgravio parziale delle sanzioni civili applicate nonché dell’aggio di riscossione dovuto al concessionario.

27 Giugno 2019 · Loredana Pavolini

Dall’agenzia delle entrate risulta essere stata notificata per compiuta giacenza: in effetti io non ho mai ricevuto alcuna raccomandata o avviso. La dichiarazione del postino è inappellabile? In cosa potrebbe consistere un vizio di notifica? Io sapevo purtroppo che una volta che è in giacenza non si può far nulla, ma io davvero non ho mai ricevuto alcuna notifica.

La dichiarazione dell’agente notificatore (nella fattispecie il postino) si può contestare con una procedura cosiddetta querela di falso, ma occorre un avvocato: inutile girarci intorno, la spesa fra parcella e costi di giustizia supererebbe i 400 euro. Ed ecco perchè, alla fin fine, difficile che un povero debitore avvii questo tipo di procedura per sanzionare la falsa dichiarazione di chi spesso, per fretta o malafede, nemmeno tenta la consegna dell’atto e non si preoccupa neanche di inserire l’avviso di giacenza nella cassetta postale del destinatario. La querela di falso dovrebbe accertare, ad esempio, che il postino non ha mai tentato la consegna dell’atto, portandolo direttamente in giacenza e/o non ha inserito in cassetta postale l’avviso di inizio giacenza: ma, come si suol dire, si tratta di una probatio diabolica, ovvero di una prova pressoché impossibile da ottenere.

Di questa problematica ne abbiamo ampiamente discusso, in modo sarcasticamente amaro, qui.

Il vizio evidente di notifica si ha, invece, sempre come esempio, quando il postino consegna l’atto ad un soggetto presente occasionalmente nell’abitazione del debitore destinatario, ma con il debitore non convivente.

27 Giugno 2019 · Paolo Rastelli


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