Cosa fare quando si è protestati

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

Pillole su protestati e cattivi pagatori

Nel caso risultiate iscritti nei registri protesti o in banche dati cattivi pagatori è possibile procedere in due modi per ottenere ulteriore credito.

  1. Se siete lavoratori dipendenti è possibile richiedere un finanziamento tramite cessione del quinto stipendio o prestito delega (operazioni per le quali non vengono tenuti in considerazione eventuali disguidi di pagamento).
  2. In alternativa, se siete imprenditori o liberi professionisti o disoccupati, risulta necessario procedere con una cancellazione preventiva dal registro protesti o cattivi pagatori.

In questo caso è fondamentale però aver saldato tutti i precedenti debiti, inoltre il codice di deontologia prevede alcune tempistiche minime per la riabilitazione.

Nel caso di protesti deve essere trascorso almeno 1 anno da quando è stato regolarizzato il pagamento dell'assegno o cambiale protestata.

Nel caso di iscrizione come cattivi pagatori, le tempistiche sono le seguenti:

  1. Morosità di due rate o di due mesi poi sanate: 12 mesi dalla regolarizzazione;
  2. Ritardi superiori a due rate o a due mesi poi sanati anche su transazione: 24 mesi dalla regolarizzazione;
  3. Eventi negativi (ossia morosità, gravi inadempimenti, sofferenze) non sanati: 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui è risultato necessario l'ultimo aggiornamento (in caso di successivi accordi o altri eventi rilevanti in relazione al rimborso).

La legge sulla riabilitazione

La legge 7 marzo 1996, numero 108, detta sull'usura all'articolo 17 stabilisce che:

1. Il debitore protestato che abbia adempiuto all'obbligazione per la quale il protesto è stato levato e non abbia subito ulteriore protesto ha diritto ad ottenere, trascorso un anno dal levato protesto, la riabilitazione.
2. La riabilitazione è accordata con decreto del presidente del tribunale su istanza dell'interessato corredata dai documenti giustificativi.
3. Avverso il diniego di riabilitazione il debitore può proporre reclamo, entro dieci giorni dalla comunicazione, alla corte di appello che decide in camera di consiglio.
4. Il decreto di riabilitazione è pubblicato nel Bollettino dei protesti cambiari ed è reclamabile ai sensi del comma 3 da chiunque vi abbia interesse entro dieci giorni dalla pubblicazione.
5. Nelle stesse forme di cui al comma 4 è pubblicato il provvedimento della corte di appello che accoglie il reclamo.
6. Per effetto della riabilitazione il protesto si considera, a tutti gli effetti, come mai avvenuto.

I protestati in Italia

Sono 1.660.051 per un valore di 3.993.410.373 euro i protesti levati in Italia nel 2005. Per circa il 56% del valore, i protesti sono rappresentati da assegni bancari (2.261.000.000 euro circa), mentre numericamente gli assegni rappresentano poco meno del 33% (553.255), con la conseguenza che il valore medio dell'assegno scoperto e protestato si aggira intorno ai 4.088 euro. Per il resto concorrono vaglia cambiari e cambiali tratte.

Sono Lombardia, Lazio e Campania le regioni che presentano un maggior numero di protesti e anche gli ammontari più elevati.

Le province di Belluno, Sondrio e Nuoro hanno il minor numero di assegni scoperti e protestati, mentre ai primi posti per importo medio unitario più elevato di assegni protestati sono Trentino Alto Adige, Veneto e Liguria.

A livello nazionale, poi, vi è in media un assegno protestato quasi ogni 100 abitanti (0,92%), ma nelle province di Milano e Roma questo rapporto è di un assegno ogni 33 abitanti circa.

E' questo il quadro che emerge dalle ultime elaborazioni Istat che, se comparate a quelle dell'anno precedente, evidenziano un lieve decremento sia in termini di numeri di protesti sia di ammontare complessivo.

La distribuzione territoriale dei protesti

In valore assoluto, è la Lombardia a guidare la classifica degli importi più alti protestati (697.854.820 euro), seguita da Lazio (688.339.956 euro) e Campania (668.622.647 euro); stesso ordine per il numero dei protesti: Lombardia (281.790), Lazio (276.798) e Campania (252.629).

Entrando nel dettaglio della composizione dei protesti ed esaminando, in particolare, gli assegni bancari, emergono una serie di circostanze abbastanza singolari:

nel Lazio c'è l'importo complessivo più elevato di assegni scoperti (455.744.668 euro), seguono la Campania (410.305.500 euro) e la Lombardia (403.741.928 euro).

Il primato del numero di assegni protestati più elevato in assoluto è detenuto dal Lazio (136.747), seguono la Lombardia (132.400) e la Campania (87.310).

Con il minor numero di assegni protestati in Italia, le province di Belluno (141), Sondrio (149) e Nuoro (156) si attestano tra le più virtuose.

La regione che presenta l'importo medio unitario più elevato di assegni protestati è il Trentino Alto Adige, con 8.283 euro; seguono il Veneto (7.770 euro) e la Liguria (6.188 euro). La regione che presenta invece l'importo medio unitario più basso di assegni protestati è la Lombardia (3.049 euro), seguono il Lazio (3.333 euro) e la Sicilia (4.026 euro).

La media nazionale è del 2,83% il rapporto tra numero dei protesti e popolazione residente è di 68 euro il protesto medio pro capite.

A guidare la classifica delle regioni con protesti più alti pro capite sono:

Lazio 688.339.956 5.304.778 130
Campania 668.622.647 5.790.929 115

Come si diventa cattivo pagatore

Se avete richiesto un prestito in banca o ad una finanziaria e avete avuto qualche problema nel restituirlo allora state sicuri che il vostro nominativo è finito nell'elenco dei cd. "cattivi pagatori".

Infatti Banche e società finanziarie, prima di concedere un credito ai propri clienti, si informano sulla loro solvibilità: in modo che questi, una volta ricevuto il finanziamento, siano poi in grado di restituirlo

Centrali rischi

La raccolta delle informazioni avviene attraverso centrali rischi "pubbliche" e centrali rischi "private".

Le prime sono fondamentalmente due e sono state istituite per legge: sono la Centrale Rischi della Banca d'Italia, che riguarda esposizioni (mutui, anticipazioni, aperture di credito ecc...) pari o superiori a 75.000,00 euro e la Centrale Rischi della SIA (Società Interbancaria per l'Automazione), che riguarda esposizioni fra i 31.246,00 euro e i 74.990,00 euro.

Le centrali rischi private sono invece società di raccordo del sistema bancario, che custodiscono i dati di esposizioni relative anche a pochi migliaia di Euro (importi che vanno da 0 a 31.246,00 ¬) e che sono costituite per fornire alle banche e alle finanziarie che vi aderiscono un servizio certamente prezioso, finalizzato a limitare i rischi nella concessione del credito, ma che possono creare anche qualche problema a coloro che sono censiti in tali archivi se le informazioni non sono corrette o non aggiornate.

Fra le più note attualmente in funzione in Italia vi sono la CRIF, la CTC, l'Experian ed altre ancora.

I clienti hanno comunque sempre il diritto di chiedere informazioni sui propri dati personali detenuti da banche, società finanziarie, centrali rischi private e pubbliche; possono altresì chiedere in merito alla loro provenienza, oppure chiederne la cancellazione.

Il Codice deontologico per finanziamenti

Varato dal Garante il codice di deontologia e buona condotta, è entrato in vigore dal 1 gennaio 2005, sottoscritto dalle associazioni rappresentative del settore con la collaborazione delle associazioni dei consumatori.

Tempi di conservazione e cancellazione dei dati personali

I tempi di conservazione dei dati sono stati stabiliti dal codice di deontologia e buona condotta e sono organizzati secondo il seguente schema:

- Richieste di finanziamento: 6 mesi, qualora l'istruttoria lo richieda, o 1 mese in caso di rifiuto della richiesta o rinunzia della stessa
- Rapporti di credito che si sono svolti positivamente (senza ritardi o altri eventi negativi): fino al 30 giugno 2005 CRIF conserverà questi dati per 5 anni nel rispetto di quanto stabilito dal codice di deontologia e buona condotta per i sistemi di informazioni creditizie. Successivamente a tale data, i dati verranno conservati per 36 mesi.
- Morosità di due rate o di due mesi poi sanate: 12 mesi dalla regolarizzazione
- Ritardi superiori a due rate o a due mesi poi sanati anche su transazione: 24 mesi dalla regolarizzazione
- Eventi negativi (ossia morosità, gravi inadempimenti, sofferenze) non sanati: 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui è risultato necessario l'ultimo aggiornamento (in caso di successivi accordi o altri eventi rilevanti in relazione al rimborso).

Per fare una domanda su cosa fare quando si è protestati, sul protesto, sulle restrizioni di accesso al credito per i soggetti protestati, sulle procedure di cancellazione del protesto, sul Pubblico Registro dei Protesti  e su tutti gli argomenti correlati clicca qui.

7 Luglio 2008 · Ludmilla Karadzic