sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di separazione e divorzio - assegnazione casa e assegno di mantenimento coniuge separato o divorziato


Immobile concesso in comodato da un terzo – successiva separazione dei coniugi ed assegnazione della casa familiare

11 Febbraio 2016 - Stefano Iambrenghi


Il coniuge affidatario della prole minorenne, o maggiorenne non autosufficiente, assegnatario della casa familiare, può opporre al comodante, che chieda il rilascio dell'immobile, l'esistenza di un provvedimento di assegnazione, pronunciato in un giudizio di separazione o divorzio, solo se tra il comodante e almeno uno del coniugi il contratto in precedenza insorto abbia contemplato la destinazione dei bene a casa familiare. Ne consegue che, in tale evenienza, il rapporto sorge per un uso determinato ed ha, in assenza di una espressa indicazione della scadenza, una durata determinabile per relatione, con applicazione delle regole che disciplinano la destinazione della casa familiare, indipendentemente, dunque, dall'insorgere di una crisi coniugale, ed è destinato a persistere o a venir meno con la sopravvivenza o il dissolversi delle necessità familiari che avevano legittimato l'assegnazione dell'immobile. Bisogna, quindi, distinguere due tipi di comodato: il comodato destinato a soddisfare stabili esigenze abitative familiari, destinato a protrarsi sinché [ ... leggi tutto » ]


Riconoscimento dell’assegno divorzile – non è influenzato dalla durata del matrimonio

9 Febbraio 2016 - Annapaola Ferri


L'accertamento del diritto all'assegno divorzile si articola in due fasi, nella prima delle quali il giudice verifica l'esistenza del diritto in astratto, in relazione all'inadeguatezza dei mezzi del coniuge richiedente, raffrontati ad un tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio e che sarebbe presumibilmente proseguito in caso di continuazione dello stesso o quale poteva legittimamente e ragionevolmente configurarsi sulla base di aspettative maturate nel corso dei rapporto. Nella seconda fase, il giudice procede alla determinazione in concreto deil'ammontare dell'assegno, che va compiuta tenendo conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione e dei contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ognuno e di quello comune, nonché del reddito di entrambi, valutandosi tali elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio. Può ritenersi costante l'affermazione nella giurisprudenza di legittimità per cui, in materia di divorzio, la durata [ ... leggi tutto » ]


Quando la ripresa della coabitazione fra coniugi separati può essere considerata riconciliazione

9 Febbraio 2016 - Lilla De Angelis


La mera ripresa della coabitazione non equivale a riconciliazione potendo essa deve essere equiparata alla coabitazione interessata da ragioni meramente materiali, dovute a fattori economici o logistici o di altra natura. Si ha riconciliazione con la ripresa della coabitazione solo quando essa assume il connotato della ricostituzione del consorzio familiare, attraverso la ricomposizione della comunione coniugale di vita, vale a dire della ripresa delle relazioni reciproche, oggettivamente rilevanti, tali da comportare il superamento delle condizioni che avevano reso intollerabile la prosecuzione della convivenza e che si concretizzino in un comportamento non equivoco incompatibile con lo stato di separazione. Questo è il principio giuridico enunciato dai giudici della Corte di cassazione con l'ordinanza 2360/16. [ ... leggi tutto » ]


No all’assegno divorzile per il coniuge beneficiario che forma una nuova famiglia di fatto

9 Febbraio 2016 - Giorgio Martini


L'instaurazione da parte del coniuge divorziato di una nuova famiglia, ancorché di fatto, rescindendo ogni connessione con il tenore ed il modello di vita caratterizzanti la pregressa fase di convivenza matrimoniale, fa venire definitivamente meno ogni presupposto per la riconoscibilità dell'assegno divorzile a carico dell'altro coniuge, sicché il relativo diritto non entra in stato di quiescenza, ma resta definitivamente escluso. Infatti, la formazione di una famiglia di fatto - costituzionalmente tutelata come formazione sociale stabile e duratura in cui si svolge la personalità dell'individuo - è espressione di una scelta esistenziale, libera e consapevole, che si caratterizza per l'assunzione piena del rischio di una cessazione del rapporto e, quindi, esclude ogni residua solidarietà post matrimoniale con l'altro coniuge, il quale non può che confidare nell'esonero definitivo da ogni obbligo. Così si sono espressi i giudici della Corte di cassazione con l'ordinanza 2466/16. [ ... leggi tutto » ]


Cessa l’obbligo al mantenimento del figlio studente universitario fuori corso

2 Febbraio 2016 - Ornella De Bellis


Il dovere di mantenimento del figlio maggiorenne cessa ove il genitore onerato dia prova che il figlio abbia raggiunto l'autosufficienza economica oppure quando il genitore provi che il figlio, pur posto nelle condizioni di addivenire ad una autonomia economica, non ne abbia tratto profitto, sottraendosi volontariamente allo svolgimento di una attività lavorativa adeguata e corrispondente alla professionalità acquisita. E tale principio rende accoglibile la richiesta del coniuge tenuto al mantenimento ad essere liberato da ogni obbligo nei confronti del figlio maggiorenne se quest'ultimo ha avuto l'opportunità di frequentare l'Università, ma non ha saputo trarne profitto avendo superato solo pochi esami rispetto a quelli previsti dal corso di laurea oppure essendo iscritto fuori corso per più di una volta con un esiguo numero di esami superati. Con le argomentazioni appena riportate, i giudici della Corte di cassazione hanno articolato e motivato la sentenza 1858/16. [ ... leggi tutto » ]