sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di separazione e divorzio - assegnazione casa e assegno di mantenimento coniuge separato o divorziato


Separazione personale per intervenuta omosessualità di uno dei coniugi – nessun addebito

18 Maggio 2015 - Chiara Nicolai


La giurisprudenza della Corte di cassazione ha sancito che il diritto alla separazione si fonda su fatti che nella coscienza sociale e nella comune percezione rendono intollerabile il proseguimento della vita coniugale, costituendo la intollerabilità un fatto psicologico squisitamente individuale, riferibile alla formazione culturale, alla sensibilità e al contesto interno alla vita dei coniugi. Ove tale situazione d'intollerabilità ed incompatibilità si verifichi, anche rispetto ad un solo coniuge, deve ritenersi che questi abbia diritto di chiedere la separazione: con la conseguenza che la relativa domanda, costituendo esercizio di un suo diritto, non può costituire ragione di addebito. Il principio appena enunciato si applica anche laddove uno dei coniugi violi i doveri di fedeltà, preferendo accompagnarsi ad altri soggetti con cui intrattiene relazioni omosessuali. Questo è quanto hanno stabilito i giudici della Corte di cassazione con la sentenza 8713/15. [ ... leggi tutto » ]


Assegno per il nucleo familiare – regole in caso di separazione personale dei coniugi

1 Aprile 2015 - Ornella De Bellis


Assegno per il nucleo familiare - finalità e tutele L'assegno per il nucleo familiare è finalizzato ad assicurare una tutela in favore di quelle famiglie che mostrano di essere effettivamente bisognose sul piano economico. L'assegno per il nucleo familiare è attribuito in modo differenziato in rapporto al numero dei componenti ed al reddito del nucleo familiare, tenendo altresì conto dell'eventuale esistenza di soggetti colpiti da infermità o difetti fisici o mentali e che pertanto si trovino nell'assoluta e permanente impossibilità di dedicarsi ad un proficuo lavoro, ovvero di minorenni che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età - ha natura assistenziale. Ne consegue che il reddito rilevante ai fini dell'ammontare dell'assegno è quello del nucleo familiare composto dal coniuge affidatario e dai figli, con esclusione del coniuge legalmente separato, anche se titolare del diritto alla corresponsione, rilevando il reddito di quest'ultimo solo ai [ ... leggi tutto » ]


Mancata corresponsione assegno di mantenimento » e’ reato anche se coniuge beneficiario non versa in stato di bisogno

9 Dicembre 2014 - Genny Manfredi


La mancata corresponsione dell'assegno di mantenimento configura un reato anche se il coniuge beneficiario non è in stato di bisogno. Per l'integrazione della fattispecie delittuosa di violazione degli obblighi di assistenza familiare, non è necessaria la determinazione di uno stato di bisogno della persona avente diritto quale conseguenza della condotta contraria ai doveri inerenti alla potestà dei genitori o alla qualità di coniuge. Questo l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 47139/14. Da quanto si apprende dalla pronuncia sopra riportata, in una separazione personale, il coniuge obbligato separato che omette reiteratamente di versare l'assegno di mantenimento, è colpevole di violazione degli obblighi di assistenza familiare, anche se il coniuge beneficiario non versa in stato di bisogno. A parere degli Ermellini, la violazione dei doveri di assistenza materiale di coniuge e di genitore, previsti dalle norme del codice civile, scatta quando il coniuge obbligato, di solito il marito, faccia mancare [ ... leggi tutto » ]


Addebito separazione personale » per provare il tradimento del coniuge bastano anche testimonianze indirette

5 Dicembre 2014 - Andrea Ricciardi


Per dedurre a quale dei due coniugi addebitare la separazione personale, sono ammesse anche testimonianze indirette, capaci di provare un tradimento. Sono valide le testimonianze indirette dei suoceri per l'addebito della fine del matrimonio al genero fedifrago e violento. E' quanto emerge dalla sentenza 25663/14 della Corte di Cassazione. Da ciò che si evince dalla suddetta pronuncia, le deposizioni indirette da sole non hanno valore probatorio nè indiziario, ma si elevano ad elemento di prova quando sono supportate da circostanze oggettive o soggettive o da altre risultanze probatorie derivati dall'esito processuale, che ne avvalorino la credibilità. Con l'espressione testimonianza indiretta si intende la deposizione di soggetti che hanno soltanto una conoscenza indiretta del fatto su cui verte la controversia. Secondo l'orientamento giurisprudenziale ricorrente, una testimonianza indiretta non è ammessa in sede processuale: difatti, la testimonianza può concernere solo fatti di cui un soggetto abbia conoscenza diretta. Ma, a parere degli [ ... leggi tutto » ]


La pensione di reversibilità va ripartita fra la vedova e il coniuge divorziato

30 Novembre 2014 - Rosaria Proietti


Le norme inerenti la pensione di reversibilità, si interpretano nel senso che per titolarità dell'assegno deve intendersi l'avvenuto riconoscimento di esso da parte del Tribunale. Tale riconoscimento è intervenuto, essendo in corso il giudizio per la determinazione dell'assegno alla morte del pensionato, e il Tribunale ha dichiarato il diritto del coniuge divorziato alla reversibilità. La giurisprudenza della Corte di cassazione ha più volte affermato che il diritto all'assegno di reversibilità può essere dichiarato anche dopo il decesso dell'ex coniuge nel corso del giudizio, permanendo l'interesse del coniuge divorziato alla pronuncia. Inoltre, secondo i giudici di legittimità, così come si evince dalla lettura della sentenza 23102/14, la ripartizione della pensione di reversibilità fra coniuge divorziato (70%) e vedova (30%) operata dai giudici di merito, è ineccepibile, fondandosi su argomentazioni basate sulle risultanze di una consolidata giurisprudenza. Sul punto, va inoltre registrata anche la recente sentenza della Corte di cassazione 9649/15, con [ ... leggi tutto » ]