sentenze e ordinanze della Corte di cassazione in tema di recupero crediti decreto ingiuntivo precetto e legge 3/2012 sulla composizione delle crisi da sovraindebitamento


Inefficacia dei pagamenti a favore del creditore del fallito per pignoramenti presso terzi già in corso ed azionati prima della dichiarazione di fallimento

21 Febbraio 2016 - Andrea Ricciardi


La giurisprudenza consolidata di legittimità ha da tempo chiarito che in caso di fallimento del debitore già assoggettato ad espropriazione presso terzi, il pagamento eseguito dal terzo debitore in favore del creditore che abbia ottenuto l'assegnazione del credito pignorato è inefficace se intervenuto successivamente alla dichiarazione di fallimento, non assumendo alcun rilievo, a tal fine, la circostanza che l'assegnazione sia stata disposta in data anteriore. Il principio della par condicio creditorum, la cui salvaguardia costituisce la ratio della sottrazione al fallito della disponibilità dei suoi beni, è violato non solo dai pagamenti eseguiti dal debitore successivamente alla dichiarazione di fallimento, ma da qualsiasi atto estintivo di un debito a lui riferibile, sia pur indirettamente, in quanto effettuato con suo denaro o per suo incarico o in suo luogo e a tale categoria va ricondotto il pagamento eseguito dal terzo debitore in favore del creditore del fallito che abbia ottenuto l'assegnazione [ ... leggi tutto » ]


Se il debitore è in possesso delle cambiali originali il credito è estinto

4 Febbraio 2016 - Stefano Iambrenghi


Il possesso da parte del debitore del titolo originale del credito (nello specifico tre cambiali) costituisce fonte di una presunzione legale di pagamento, superabile con la prova contraria di cui deve onerarsi il creditore che sia interessato a dimostrare che il pagamento non è avvenuto e che il possesso del titolo è dovuto ad altra causa, come risulta implicitamente confermato dalla normativa vigente, secondo la quale il trattario che paga la cambiale ha diritto alla sua riconsegna con quietanza al portatore. Una volta ritenuta provato dal debitore il pagamento dell'importo con riferimento ad un determinato credito, grava sul creditore l'onere di provare che quel pagamento doveva imputarsi a una diversa posizione. In altre parole, il creditore che agisce per il pagamento di un suo credito è tenuto unicamente a fornire la prova del rapporto o del titolo dal quale deriva il suo diritto e non anche a provare il mancato [ ... leggi tutto » ]


Quando il creditore può comunicare a terzi il mancato pagamento delle rate da parte del debitore

2 Febbraio 2016 - Giovanni Napoletano


I dati relativi ad un contratto di finanziamento, anche di credito al consumo per l'acquisto di un veicolo, sono da qualificarsi come personali e non come dati sensibili: la lesione della riservatezza si ha se, detti dati, si portano a conoscenza di soggetti terzi, ma, nel caso in esame, la concessionaria è parte del contratto. Il codice della privacy, infatti, riporta tra i casi nei quali il trattamento dei dati può essere effettuato senza consenso quello in cui il trattamento stesso sia necessario per eseguire obblighi derivante da un contratto del quale è parte l'interessato o per adempiere, prima della conclusione del contratto, a specifiche richieste di questi. La norma è evidentemente intesa a favorire lo svolgersi dei rapporti commerciali e richiede che il trattamento sia necessario ai fini della conclusione o dell'esecuzione del contratto. Il requisito della necessità, ai fini della corretta esecuzione dei contratti di finanziamento e di [ ... leggi tutto » ]


Prima di procedere con opposizione a decreto ingiuntivo il debitore deve effettuare un tentativo di mediazione

23 Dicembre 2015 - Loredana Pavolini


La normativa vigente, attraverso il meccanismo della mediazione obbligatoria, mira a rendere il processo la estrema ratio: cioè l'ultima possibilità dopo che le altre possibilità sono risultate precluse. Quindi l'onere di esperire il tentativo di mediazione deve allocarsi presso la parte che ha interesse al processo e ha il potere di iniziare il processo. Nel procedimento per decreto ingiuntivo il creditore sceglie la linea deflattiva coerente con la logica dell'efficienza processuale e della ragionevole durata del processo. E' il debitore che, opponendosi al decreto ingiuntivo, ha il potere e l'interesse ad introdurre il giudizio di merito, cioè la soluzione più dispendiosa, osteggiata dal legislatore. E' dunque sul debitore, che intende opporsi al decreto ingiuntivo, che deve gravare l'onere della mediazione obbligatoria perchè è il debitore che intende precludere la via breve per percorrere la via lunga. Peraltro, non si vede a quale logica di efficienza risponda una interpretazione che accolli [ ... leggi tutto » ]